Anno nuovo e problemi vecchi per il Pronto Soccorso di Tivoli, oberato dal sovraffollamento al punto da costringere l’Asl Roma 5 ad incrementare l’orario dei medici a tempo determinato da 28 a 38 ore mensili pur di cercare di “colmare in parte la grave carenza di dirigenti medici per i Pronto soccorso aziendali”. Una situazione “che rende impossibile l’organizzazione del lavoro per i turni di guardia istituzionali”.
LA DENUNCIA DELLA CISL – La Cisl Fp Roma Capitale Rieti denuncia “la grave condizione di sovraffollamento presente nel Pronto Soccorso di Tivoli” e punta il dito anzitutto sulla mancanza di informazione tra la popolazione in merito allo scopo e alle funzioni del pronto soccorso. Per il responsabile territoriale Cisl Fp Roma Capitale Rieti Dimitri Cecchinelli, infatti, queste oggi “non sono chiare alla popolazione”. “Il Pronto Soccorso – ricorda Cecchinelli – si può definire come una struttura ospedaliera che garantisce l’esecuzione dell’attività diagnostica e terapeutica ai pazienti che accedono in ospedale in situazione di emergenza o urgenza e che richiedono interventi immediati. Questo concetto, però, sembra ancora poco noto e la popolazione si rivolge ad esso in maniera costante determinando un vero e proprio sovraffollamento, creando una eccedenza della domanda di prestazioni richieste rispetto alle risorse disponibili”. Inoltre, denuncia il sindacalista, “la carenza cronica di personale medico, infermieristico, Oss e ausiliario, porta la situazione al collasso, innalzando il rischio di errore clinico ai massimi livelli”. Le cause del sovraffollamento, secondo Cecchinelli, “sono molteplici, multifattoriali, estrinseche ed intrinseche all’organizzazione del sistema dell’emergenza, primi tra tutti l’impossibilità di ricovero di pazienti nelle unità operative per indisponibilità di posti letto dopo aver terminato la fase di cura nel pronto soccorso e gli accessi inappropriati. La non-urgenza (accessi inappropriati) al pronto soccorso oggi ha raggiunto dimensioni allarmanti”. Le conseguenze che ne derivano, evidenzia il sindacalista, “non possono essere che gravi”. E cita: “le inappropriate permanenze in barella dei pazienti anche diversi giorni e il relativo incremento degli eventi avversi con l’aumento della mortalità a 10 e a 30 giorni; l’allungamento dei tempi d’attesa; la riduzione della qualità dei servizi; la perdita di risorse economiche; la riduzione della soddisfazione complessiva; il burnout del personale. Tutto ciò si traduce in un’inefficienza insostenibile, che innesca ogni sorta di controversia Legale contro i professionisti che vi operano”. La Cisl Fp chiede all’amministrazione “un Tavolo multidisciplinare che coinvolga i rappresentanti della medicina territoriale per definire percorsi alternativi, potenziare e ammodernare la struttura del DEA ed attuare un netto potenziamento dell’organico”.
MEDICI IN STATO DI AGITAZIONE – L’11 gennaio si è tenuta l’assemblea dei dirigenti medici veterinari e sanitari, convocata da tutte le sigle sindacali della Asl Rm 5 (FP-Cgil, Cism Medici, Uil, Aaroi, Cimo, Cimo-Cosips- Anaao, Anpo) per “il mancato rispetto da parte dell’Azienda del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro nell’Atto Deliberativo n. 784 del 22-11-2017. Non possiamo non appoggiare la protesta dei colleghi della ASL Roma 5”, ha affermato il coordinatore CIMO – settore Specifico Co.Si.P.S. Ernesto Cappellano auspicando che il direttore generale Francesco Malatesta “voglia riaprire un tavolo di confronto per arrivare a soluzioni condivise che possano portare a un dovuto riconoscimento delle professionalità dei dirigenti medici e Sanitari che da anni lavorano in situazione di disagio, e l’attenuazione dei disagi porterà indubbio vantaggio dei servizi resi ai cittadini”.