Polemiche dopo “la nota dell’Acea Ato2 S.p.A. del 14/12/2017 con la quale, evidenziando la carenza di disponibilità della risorsa idrica e il perdurare del periodo siccitoso, richiede la concessione di una proroga fino al 30 giugno 2018”. E la decisione della Regione, che ha deciso di “autorizzare, fino al 30 giugno 2018 ad Acea Ato 2, la proroga ad un maggior prelievo di 190,00 litri al secondo, già assentita con scadenza al 31/12/2017” scatena il Comitato Acqua Bene Comune della Valle dell’Aniene. Schierato contro quello che definisce “l’ultimo regalo della Giunta Zingaretti: dopo la distruzione del Lago di Bracciano, di cui sono state bloccate le captazioni a seguito della crisi idrica estiva, Zingaretti ha prorogato fino a giugno 2018 l’aumento della captazione del Pertuso, una delle maggiori sorgenti dell’Aniene. E’ evidente che questo è l’ennesimo tentativo di portare a compimento l’infausto disegno di accaparramento dell’acqua dell’Aniene per favorire ACEA, facendosi scudo di crisi idriche discutibili (per anni infatti ACEA ha spartito i dividendi con i soci privati senza fare manutenzione agli acquedotti che perdono oltre il 40%), e le lobby dei costruttori che hanno continuato indisturbati la loro colata di cemento nei Castelli Romani e dintorni anche se in quelle zone per puro buonsenso si sarebbero dovuti bloccare da anni i piani regolatori dal momento che il problema dell’arsenico lì c’è da sempre.
Tutto questo in barba anche alla delibera 386/2009”. Per il Comitato “l’acqua cavata obtorto collo dal Pertuso alimenta gli autolavaggi dell’area Castelli Romani mentre gli abitanti “bevono” acqua e arsenico. Del resto ce lo ha detto lo stesso Presidente Zingaretti in Comunità Montana dell’Aniene quando ha presentato il suo Patto per lo Sviluppo: “Lui ama la Valle dell’Aniene perché, anche se non lo vediamo, la domenica viene a Livata a passeggiare, con Marco [Vincenzi] e Daniele [Leodori], sui Monti Simbruini”. L’amore che hanno Zingaretti e i suoi sodali per questa Valle, a cui a parole promettono uno sviluppo sostenibile, lo possiamo constatare da come trattano l’ultima risorsa vitale che ci è rimasta l’ACQUA”, conclude il Comitato.
L’EDITORIALE – PROSCIUGATI & MAZZIATI
Prosciugati & mazziati. Questo è il torto della Regione, che avvia la scissione dell’Ato 2, dirottando nel nuovo Ato 6 metà della Valle dell’Aniene. Un comprensorio che, nonostante fornisca l’equivalente di un terzo dell’acqua captata nel Reatino, resta a bocca asciutta, mentre all’Ato 3 si erogheranno 224 milioni di euro in 30 anni (se Regione, ex Provincia ed Acea applicassero lo stesso parametro dovrebbero dare 75 milioni di euro alla Valle dell’Aniene nel prossimo trentennio). Ma nessun sindaco del comprensorio protesta. Anzi, è la stessa Conferenza dei sindaci dell’ex Provincia ad aver “approvato lo schema di convenzione per il contenzioso ATO 2- ATO 3, sorgenti Capore e Peschiera. Lo schema di convenzione prevede un ristoro di 7 milioni di euro per l’anno 2018 e per l’anno 2019 e di 7.5 milioni di euro per gli anni successivi”. Nel frattempo, però, la Regione continua ad attingere più acqua nella principale sorgente del fiume Aniene, il Pertuso, prorogando sino al prossimo giugno le captazioni di Acea Ato 2 a causa della “carenza di disponibilità della risorsa idrica e il perdurare del periodo siccitoso”. La siccità d’inverno? E’ come il mare fuori stagione cantato da Enrico Ruggeri. Però i 7 Comuni del Parco dei Monti Simbruini continuano a tacere. Le ultime parole famose risalgono al 26 giugno scorso, quando si riunirono “per chiedere ad Acea 1) investimenti sulla rete al fine di eliminare definitivamente perdite idriche e definire in modo inequivocabile il deflusso minimo vitale; 2) un ristoro economico da Acea ai Comuni (anche attraverso tariffe agevolate ai cittadini) e alle attività locali legate al fiume, per i danni dovuti alla riduzione del flusso idrico; 3) che venga limitato il periodo di autorizzazione del prelievo straordinario; 4) che venga istituito un Comitato di monitoraggio per il Fiume Aniene, comprendendo associazioni e Comitati”. Nessuno dei 4 punti è stato rispettato, tutt’altro: il “ristoro economico” è stato riconosciuto solo al Reatino, il “prelievo straordinario” non solo non è stato limitato, ma è stato addirittura prorogato (mentre al lago di Bracciano, invece, è stato azzerato dopo la rivolta di Comuni e Parco) e il “Comitato di monitoraggio per il Fiume Aniene”, promesso dalla Regione da ben 10 anni, ancora non c’è. A questo punto i silenti 7 sindaci dei Simbruini ed il presidente del Parco, incapaci di tutelare uno degli ultimi beni preziosi della Valle dell’Aniene, farebbero bene a rimettere i loro incarichi.