Diciotto anni dopo le scosse, la Regione Lazio ancora non si muove. “Il sisma della Valle dell’Aniene è la vergogna della Regione Lazio”. Così protestano i primi terremotati del duemila, colpiti 3 mesi dopo l’inizio del nuovo millennio da una scossa di magnitudo 4.1 (corrispondente al VI grado della scala Mercalli), che finì di spopolare Rocca Canterano, Canterano, Gerano e Cerreto Laziale. A Rocca Canterano, 18 anni dopo quell’11 marzo del duemila ancora non hanno “ricevuto nulla di quanto dovuto pur a fronte di un decreto di liquidazione” per circa mezzo milione di euro. E, dopo anni di promesse, annunci e rinvii, il sit-in del 21 febbraio davanti all’Agenzia regionale di Protezione civile (è andato a vuoto anche l’ultimo appello, rappresentato direttamente al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, il 23 gennaio scorso durante la sua visita alla sede della Comunità Montana dell’Aniene). Sono 5 gli edifici ricostruiti ormai da anni senza ricevere il benché minimo contributo pubblico: “non ci sono parole per comunicare appieno il nostro sdegno e disappunto nei confronti della Regione Lazio ed in particolare dell’Agenzia regionale di Protezione Civile per il comportamento tenuto in questi anni nei confronti di cittadini, imprese e professionisti del territorio”, denunciano i proprietari delle abitazioni. I quali, fino al settembre scorso, hanno cercato di sbloccare la situazione con riunioni in loco “alla presenza di rappresentanti dell’Agenzia regionale di Protezione civile. A loro abbiamo puntualizzato la situazione amministrativa degli edifici con impegno alla liquidazione dei contributi maturati entro il termine dell’esercizio 2017”. Non solo, perché, aggiungono i proprietari degli edifici, “sempre nel settembre scorso la Protezione civile regionale eseguì un sopralluogo tecnico presso tutte le strutture interessate proprio per accertare lo stato di avanzamento delle opere, constatando l’esecuzione come nelle percentuali riportate nei verbali”. Un’estenuante burocrazia che, 5 mesi dopo i sopralluoghi e a quasi 18 anni dal sisma, però ancora tiene bloccate le erogazioni dei contributi nel comprensorio più povero della provincia romana. Anche il sindaco Fulvio Proietti, ex consigliere provinciale del Psi, si dice “fortemente amareggiato per un comportamento incomprensibile e schizofrenico dal punto di vista amministrativo e politico. Perché a parole ci si riempie la bocca con la volontà di sostenere e rilanciare i piccoli Comuni, ma nella pratica ciò viene disatteso per lungaggini burocratiche ed inadempienze immotivate”. Perché i proprietari degli edifici danneggiati dalle scosse (la prima del VI grado venne seguita da alcune repliche di magnitudo 3.1, equivalenti al III-IV grado Mercalli) iniziarono le opere di riparazione dei danni che, secondo il decreto della Presidenza del Consiglio, prevedeva però contributi del 20% all’atto dell’inizio dei lavori, del 40% in corso d’opera e del restante 40% all’ultimazione del cantiere. Tutti step saltati, come le costruzioni degli antichi centri storici medievali lesionati da uno sciame sismico che andò avanti per buona parte del duemila, con centinaia di residenti sistemati in tende, camper, case in affitto e alberghi della zona. Un comprensorio già colpito in passato da alcuni moderati eventi sismici: nel 1941 da un evento di magnitudo 4.6 (Cervara di Roma, VI-VII grado Mercalli), nel 1915 e nel 1886, da due eventi di magnitudo 4.3 (Cervara di Roma e Ciciliano, VI grado Mercalli). Il catalogo storico riporta poi altri due eventi del VII grado (1759: Subiaco e 1754: Rocca di Papa) a distanze superiori ai 10 chilometri dall’epicentro. “Si può pertanto dedurre che la struttura attivata dall’evento dell’11 marzo 2000- scrissero gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica- ricade nell’ambito di un sistema di faglie che non hanno mai dato origine, in epoca recente, ad eventi superiori a magnitudo 5”. Ma la Protezione Civile della Regione ha così replicato: “Rispetto a tali istanze sono state necessarie una serie di attività istruttorie al fine di conformare la rendicontazione alle prescrizioni impartite dalla Ragioneria Generale dello Stato. Il Commissario delegato ha quindi chiesto, nel corso del mese di gennaio, una proroga al Dipartimento di Protezione Civile per avvalersi della contabilità speciale dedicata al sisma del 2000, almeno fino a febbraio 2018 L’Agenzia Regionale di Protezione Civile intende comunque incontrare una delegazione del Comitato per condividere le procedure di riconoscimento del contributo”.