A24, lotta di class-action contro il caro-pedaggi: cento Comuni e un avvocato in sede giudiziaria

Lotta di class-action contro il caro-pedaggi sull’A24. Cento Comuni di Lazio ed Abruzzo, infatti, per “far valere in sede giudiziaria le ragioni della sproporzione della percentuale di aumento del pedaggio” sulla Roma-L’Aquila (+12,89% dal primo gennaio scorso per un complessivo +227% nei 15 anni di privatizzazione dell’autostrada) stanno deliberando “una class action per attivare ogni iniziativa volta alla riduzione delle attuali tariffe”, come ha già fatto a fine aprile l’amministrazione di Tivoli. Perché, nonostante il territorio pianeggiante della capitale, vengono applicate le “tariffe di montagna” su tutti i 159,3 chilometri della Roma-L’Aquila, compresi gli 11 del tratto urbano romano, che parte dalla barriera di Roma Est fino al Verano. Per questo sull’A24 si arriva a pagare il 63,3% in più di pedaggio rispetto a chi transita sull’A1. A parità di chilometri, infatti, chi imbocca la Roma-L’Aquila sborsa quasi i due terzi in più al casello rispetto agli automobilisti che si servono della Milano-Napoli. Per lo stesso tragitto di 41 km c’è chi paga 3 euro e chi ne spende quasi 5 (4,90 per la precisione). Questa la notevole differenza tariffaria nonostante la pressoché identica altitudine fra i rispettivi caselli della A1 e dell’A24. Chi parte da Guidonia Montecelio (105 metri sul livello del mare) e raggiunge lo svincolo di Ponzano Romano-Monte Soratte (205 metri) paga 7,3 centesimi al chilometro secondo le tariffe praticate dall’A1. Mentre chi imbocca il casello di Vicovaro (300 metri) sull’A24 e raggiunge la barriera di Roma Est (20 metri) deve pagare 11,95 centesimi al km: “dettagli: pianura 0%, montagna 41 km 100%” riepiloga il calcolo quantificato dal sito della società concessionaria, la Strada dei Parchi Spa. Ma l’azienda così giustifica gli aumenti: “Tra il 2003 ed il 2017 Strada dei Parchi ha sostenuto ingenti investimenti per la realizzazione di opere importantissime. Le Complanari di Roma, per cominciare: opere che hanno reso più sicuri e veloci l’ingresso e l’uscita dalla Capitale, per un importo complessivo di 258 milioni di euro”. Le 2 nuove arterie hanno raddoppiato il tratto urbano nel 2014. Ma anche li si paga il pedaggio di 12 centesimi al chilometro, almeno per chi si immette dai 3 caselli prima dell’innesto con il Grande raccordo anulare: Lunghezza, Ponte di Nona e Settecamini. I cui residenti da anni protestano contro “il pagamento del pedaggio dentro Roma”, ricordando che “le complanari sono state finanziate solo per un terzo dalla società concessionaria e per i restanti due terzi da Anas e Ministero da una parte, e Regione, Provincia e Comune di Roma dall’altra”. Solo nell’ultimo decennio, la somma degli incrementi tariffari è stata del 43,39%, oltre 5 volte l’aumento complessivo dell’inflazione (+8,40%).