Audizione in Consiglio Regionale dei vertici delle Asl laziali. “Le Rm4 e Rm5, la cui situazione è stata illustrata dal direttore Giuseppe Quintavalle, sono aziende sanitarie dell’area metropolitana, che hanno in quanto tali problemi peculiari, come ad esempio la scarsa attrattiva per il personale. Il polo Civitavecchia-Bracciano (comprendente l’ospedale S.Andrea) è stato già creato e ad esso farà seguito quello Colleferro-Palestrina”, annuncia un comunicato diramato dalla Pisana. Quindi, nonostante le richieste, deliberate da quasi un anno da ben 16 Comuni della Valle dell’Aniene per la creazione di un polo unificato Tivoli-Subiaco in grado di far riacquisire al nosocomio sublacense la classificazione di sede di Pronto Soccorso con una decina di posti letto in più com’è accaduto per Bracciano associato al Dea di Civitavecchia, l’Asl ora annuncia un’operazione simile, ma spostata più a sud, sull’asse Colleferro-Palestrina. E l’associazione per la tutela dei diritti del malato “Antonio Lollobrigida” protesta con l’azienda sanitaria: “L’Angelucci di Subiaco è l’unico presidio della Provincia ad essere stato declassato da “ospedale sede di Pronto Soccorso” a “Presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata”. Inizialmente riguardava anche Bracciano la perdita della classificazione, al quale però, con successivi decreti, è stato subito riclassificato. Chiediamo da anni pari dignità tra Bracciano e Subiaco, chiediamo il polo Tivoli-Subiaco, lo hanno chiesto formalmente i Sindaci del territorio deliberando nei propri Consigli Comunali, lo ha chiesto con voce alta nell’agosto 2015 l’Assemblea Pubblica a Cervara di Roma, lo ha chiesto la nostra associazione nel maggio 2016 in Assemblea Pubblica a Subiaco. Oggi la proposta del Polo Colleferro-Palestrina. Non vi state dimenticando da tempo dell’Angelucci di Subiaco? Servizi sanitari che sono stati già dimezzati (-47% dei posti letto per acuti dal 2015) presso l’unico nosocomio di una vasta zona montana, all’interno della più grande area protetta del Lazio (il Parco Regionale dei Monti Simbruini), con la popolazione di 21 Comuni e costretta ad una mobilità passiva in cerca di un posto letto”.