I “tic” delle Tac finiscono per bloccare gli orologi delle liste d’attesa nell’Asl Roma 5. Il centralino regionale per le prenotazioni degli appuntamenti sanitari è in difficoltà nel fissare nuove date in agenda, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni cosiddette “differibili”, ossia non urgenti, anche se altrettanto importanti, soprattutto per la prevenzione. Perché, mentre c’è stato un miglioramento del rispetto dei tempi per quanto riguarda gli appuntamenti “urgenti” (entro le 72 ore) e “brevi” (entro i 10 giorni), le criticità maggiori proprio riguardano le “prestazioni strumentali differibili” (gli esami diagnostici che la legge impone di fare entro i 60 giorni). Il dato sulle Tac in questo caso proprio non viene indicato. E (come si può vedere dalle frecce nel riquadro in basso) non c’è nessuna struttura dell’azienda in grado di fissare un appuntamento entro i tempi massimi indicati dalla legge per le seguenti prestazioni: ecocolordoppler dei tronchi sovraortici, ecografia della mammella e l’elettromiografia. E solo in un quarto dei casi per gli appuntamenti delle spirometrie. Però non vengono più forniti i numeri dei giorni di attesa di ospedali e distretti, ma solo la media complessiva, regionale e delle singole 10 Asl. E così l’indice Tda (che misura il rapporto tra il numero delle prenotazioni evase nei tempi prestabiliti rispetto al numero totale delle prenotazioni) varia a seconda della selezione effettuata. La Fondazione Gimbe ha reso noto i risultati dell’indagine effettuata sulla trasparenza delle liste d’attesa, non risparmiando critiche al “portale della Regione Lazio, che offre per 44 prestazioni le stesse modalità di rendicontazione dell’Emilia Romagna, ma non permette di confrontare le performance per singola prestazione tra differenti aziende sanitarie. I dati sono elaborati a cadenza settimanale a partire dal 21 maggio 2018, ma non è disponibile alcun archivio storico”. Risale, infatti, al 6 marzo scorso l’ultima elaborazione delle liste d’attesa calcolato con il numero dei giorni.