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Tivoli, il “femore d’Achille” del Lazio: è “l’ospedale più lento per gli interventi”

Mentre nel resto del Lazio “aumenta il numero di interventi entro le 48 ore”, le operazioni per le fratture al collo del femore restano il tallone d’Achille dell’ospedale di Tivoli, che anche quest’anno si conferma l’ospedale più lento del Lazio nell’eseguire questo tipo di operazioni entro i fatidici due giorni (solo il 7,47% a fronte del 54,37% della media regionale del 2017). Questa la maglia nera laziale assegnata al nosocomio tiburtino dall’edizione 2018 del Programma Regionale di Valutazione degli Esiti degli Interventi Sanitari (P.Re.Val.E.) con dati aggiornati al 2017. Due anni fa occupava anche il decimo peggior risultato nella top-ten nazionale degli ospedali-lumaca per questo tipo di intervento (talmente particolare che, proprio per questo tipo di indicatore, il regolamento del Ministero della Salute relativo agli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera lo ha fissato come valore di riferimento, per uno standard minimo al 60%, mentre al “San Giovanni evangelista” anche nel 2017 solo il 4,79% degli interventi era stato effettuato entro i due giorni, a fronte di una media regionale del 53,05%). Eppure “questo era uno degli obiettivi assegnati dalla Regione ai Direttori generali delle Asl ed è, infatti, uno dei criteri su cui vengono valutati”. Nel resto del Lazio si è passati “dal 31% del 2012 al 54% del 2017 di pazienti operati entro le 48 ore. Significa aver migliorato, e spesso salvato, la vita di migliaia persone in questi quattro anni. Inoltre, i tempi ridotti consentono anche di ridurre le possibili complicazioni date dalla mancata tempestività”.

L’AUTOCRITICA DI VINCENZI – Sui ritardi dell’ospedale di Tivoli prende posizione anche l’ex sindaco della città e attuale consigliere regionale di maggioranza, Marco Vincenzi. Per il quale c’è bisogno di fare “una doverosa autocritica e al contempo un impegno. L’autocritica è che mi assumo la responsabilità politica di questi ritardi, d’altra parte ho partecipato alla scelta dei diversi Manager che si sono succeduti, anche esprimendo un formale voto nella commissione sanità di cui ho fatto parte nella passata legislatura e di cui faccio parte anche nell’attuale (tra l’altro sono l’unico consigliere regionale laureato in medicina). L’impegno è che mi batterò con maggiore determinazione ed efficacia affinché questi ritardi vengano colmati, chiedendo già all’attuale Commissario di dare risposte concrete e tempestive e fissando come obiettivi primari questi temi in occasione della nomina del prossimo Direttore Generale della Asl”. Vincenzi chiede alla giunta regionale che sostiene alla Pisana “un grado di avanzamento superiore, soprattutto per quanto riguarda proprio l’Ospedale di Tivoli, DEA di I livello nella rete dell’emergenza, mi riferisco al Pronto Soccorso, al funzionamento delle Sale Operatorie, all’assenza di una Risonanza Magnetica Nucleare. Il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Tivoli necessita urgentemente di più personale, di maggiori spazi, di migliore pulizia e decoro; le attuali condizioni di accoglienza per i pazienti e di lavoro per gli operatori sono insufficienti dal punto di vista della qualità. Il funzionamento delle sale operatorie deve essere a pieno regime in maniera tale da garantire l’attività delle urgenze e l’attività dell’elezione, quest’ultima troppo spesso e per troppo tempo viene sospesa con il mancato utilizzo delle sale operatorie. La mancanza di un’apparecchiatura di Rmn non è più accettabile: praticamente tutti i giorni dall’Ospedale di Tivoli si trasportano pazienti, ricoverati al suo interno, presso vicine strutture private accreditate per effettuare queste indagini diagnostiche”.

RISONANZA MAGNETICA ATTESA DA 4 ANNI – Oltre quattro anni fa, nel marzo 2014, l’Asl chiese 600 mila euro alla Regione per l’acquisto di una risonanza magnetica, “apparecchiatura inesistente presso questa azienda, che attualmente effettua esami diagnostici in accreditamento con una cospicua spesa”. Ossia 6.553.815 euro (489.373 a carico dei pazienti e 6.113.942 a carico della Regione) per le 37.989 risonanze, tutte effettuate presso le strutture private convenzionate con quotidiani andirivieni dai 5 ospedali. Dopo 15 mesi “la Regione ha concesso i finanziamenti, ma l’azienda è in attesa dell’autorizzazione definitiva”, spiegò l’Asl, che ancora deve acquistare l’ormai basilare strumentazione diagnostica per il Dea-Ps di Tivoli, ora nuovamente annunciata nel marzo scorso dal commissario straordinario Giuseppe Quintavalle.