Arsoli, storia (e smentita) del principe Massimo con la pensione “minima”

“Corriere della Sera” – di Paolo Conti

“Capita che don Fabrizio Massimo Brancaccio, capo di una casata che si ricollega alla Gens Fabia romana, principe di Arsoli, di Roviano, di Triggiano, nipote di Adelaide di Savoia-Genova, finisca sulle cronache dei giornali per il mancato pagamento, dal 2003, di mille euro mensili di alimenti all’ex moglie per i tre figli, dichiarandosi nullatenente, iscritto al centro per l’impiego e a carico della mamma (principessa vedova) pensionata, nonostante viva nell’avito castello di Arsoli. Tutto il resto è sparito, non è andata bene nemmeno la causa per riavere palazzo Brancaccio, lasciato nel 2014 al Campidoglio per opere di beneficenza dalla vedova di un remoto prozio, Fernanda Brancaccio, morta all’ età-record di 107 anni”.

LA SMENTITA – “Il sottoscritto, Fabrizio MASSIMO BRANCACCIO, smentisce le notizie false pubblicate il 5 e 6 ottobre 2018 da Il Messaggero e Corriere della Sera, e in televisione da Rete 4, diffuse anche tramite internet, formalmente diffidando chiunque dal diffondere tali false notizie, gravemente lesive della onorabilità  e immagine del sottoscritto e dei suoi giovani figli, uno dei quali minorenne. Chiede altresì la rimozione immediata dei relativi articoli, riferimenti, rimandi, link, snippet e simili, attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione diffusi, inclusi i social media e i telefoni”.