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Asl Roma 5, 1 infermiere su 3 usufruisce di permessi: “Però riducono drasticamente l’efficienza dei servizi”

I permessi consentiti al personale che usufruisce della legge 104, quella per l’assistenza ai disabili e ai familiari, non “permettono” servizi efficienti. A lamentarlo è l’Asl Roma 5 nel nuovo “Piano triennale dei fabbisogni del personale”. Nel quale si scopre che quasi un terzo dell’organico infermieristico gode dei riposi previsti dalla norma. L’azienda rileva “criticità importanti sotto diversi aspetti” e sottolinea che “i benefici della legge 104/92, riconosciuti ad oltre il 31% del personale infermieristico, incidono pesantemente sui numeri assoluti che rappresentano l’attuale dotazione organica, riducendo drasticamente la funzionalità e l’efficienza dei servizi offerti”. L’Asl dice di aver “attivato una serie di misure di verifica e miglioramento sulla fruizione degli istituti normativi, ma i risultati non sono stati risolutivi, mantenendo un 30% di personale a prestazioni di fatto ridotte, sia nel tempo che nelle mansioni”. Anzi, ha portato ad “un aumento del contenzioso medico legale”, oltre che ad una “maggiore richiesta di personale al fine di far fronte sia alle limitazioni poste all’orario, sia alle tutele discendenti dalla personale situazione sia fisica che anagrafica”.

CARENZA DI “70 INFERMIERI” – Anche perché è dal dicembre scorso che il direttore del Personale infermieristico-Ostetrico evidenzia “una carenza a livello aziendale di n° 70 unità infermieristiche”. E la Cisl ha espresso il proprio “totale disaccordo con la visione predittiva del piano triennale per il fabbisogno di personale”, chiedendo con “urgenza l’apertura di un tavolo di confronto”.

“POCHE 12 ASSUNZIONI” – Perché, scrive il segretario Dimitri Cecchinelli, “il piano così come redatto non tiene conto delle reali necessità di personale, alla luce delle fuoriuscite previste per l’anno 2019, in particolare riteniamo che l’assunzione di soli 12 infermieri, più 2 a comando, da distribuire su 5 ospedali, 6 distretti e 2 case della salute, non corrisponda al reale fabbisogno di personale”. Analogo discorso per “i tecnici di radiologia, di cui sembra si ignori anche l’effettivo numero in servizio, dal momento che vengono agglomerati in un calderone insieme ad altre professionalità tecniche sanitarie, per un numero di 105 unità senza alcuna differenziazione dei profili. Il fabbisogno di sole 5 unità è ampiamente sottostimato, distribuito su 7 Radiologie, una Emodinamica e lo screening mammografico”.