Lo sgombero annunciato da settimane, alla fine, è arrivato il 10 dicembre scorso. All’ex fabbrica di Penicillina di via Tiburtina, in zona San Basilio, c’è stata l’identificazione di una quarantina di persone che ancora vivevano nell’enorme complesso post industriale. Nei mesi scorsi gli occupanti, per la maggior parte migranti, avevano parlato di un luogo abitato anche da 500 persone contemporaneamente mentre il Municipio IV ne aveva censite 157. Nei giorni scorsi il Campidoglio ha già dato assistenza in strutture dedicate a 32 persone provenienti dalla vecchia fabbrica. Il numero totale di persone per le quali è stata trovata una soluzione alternativa è 150. La maggior parte degli ex occupanti al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine era già andata via sull’onda delle notizie di uno sgombero imminente che si rincorrevano da giorni. Già da tempo, a quanto spiegano alcuni ex inquilini, erano stati smantellati anche i piccoli negozi e la mensa presenti dentro la struttura. Per completare l’operazione alle forze dell’ordine è stata sufficiente metà mattinata, intervallata dal sopralluogo del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, contestato da alcuni residenti della zona e dai militanti di Potere al Popolo radunati in presidio. Diversi residenti sostengono che dopo lo sgombero “cambierà poco”, perché in assenza di “una offerta di alternative”, gli occupanti “hanno già provveduto da soli a ricollocarsi in altri stabili tra via Tiburtina e Tor Cervara”. Ad un chilometro di distanza dalla ex fabbrica, in un ristorante posto sotto sequestro dal 2016 su via del Casale di San Basilio, sono evidenti le tracce di un pasto e dei giacigli di fortuna allestiti nella notte da qualcuno. L’ex Penicillina ora verrà presidiata per evitare possa essere nuovamente occupata. Resta il problema del suo abbattimento, consigliato dalla Commissione per l’edilizia privata che negli ultimi anni ha svolto diversi sopralluoghi. Qualora il proprietario, una ditta farmaceutica, non potesse provvedere si aprirebbe un tavolo in Prefettura per capire quale ente possa farlo. Si ipotizza che il Campidoglio potrebbe procedere addebitando le spese al proprietario ma va prima studiato l’impatto sul territorio e la rimozione dei rifiuti e delle possibili sostanze tossiche all’interno della struttura, la ex “La Icar-Leo, inaugurata il 21 settembre del 1950 dallo stesso da Alex Fleming, lo scienziato premio Nobel scopritore della penicillina. La fabbrica chiuse prima nel 1971, poi riaprì nel 1996 per altri dieci anni. Fino alla chiusura definitiva del 2006, con il conseguente trasferimento della produzione a Pomezia.