“Ci saranno tutti i soldi necessari per far tornare sicure la A24 e la A25”. Lo ha dichiarato il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, il 4 febbraio nel corso della trasmissione “Coffee break” su La7. “Se il concessionario Toto vuole dire delle balle- ha attaccato Toninelli- vada tranquillamente avanti a dire il resto. Stiamo andando in Europa a negoziare il nuovo contratto scaduto da anni. Visto che i precedenti governi agivano con la proroga, con il sottoscritto non si può più- ha conclu il ministro dei Trasporti- e vediamo se la commissione europea ci dice che l’11% va bene o come dice la stessa commissione europea è il 7%. Se non lo accetteranno prenderanno le debite conseguenze”.
IL CONFRONTO DI CARSOLI – All’incontro sul caro-pedaggi organizzato dai sindaci di Lazio e Abruzzo il 31 gennaio scorso a Carsoli hanno presenziato due candidati a presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Legnini e Marco Marsilio, oltre all’assessore ai Lavori pubblici, Tutela del territorio e Mobilità della Regione Lazio Mauro Alessandri. Relazioni di Velia Nazzarro, sindaco di Carsoli, e Alfonsino Scamolla, consigliere provinciale de L’Aquila. “E’ stata già inviata una missiva al Ministro Toninelli per sollecitare l’accoglimento delle istanze già numerose volte reiterate e richiesto un incontro per avere aggiornamenti in merito allo stato delle trattative. Sono state, inoltre, inviate lettere ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nonché ai Presidenti delle Commissioni Trasporti e a quella dei Lavori pubblici per richiedere loro un incontro e un sostegno ad una definizione positiva sempre e solo nell’interesse dei territori rappresentati. Infine, è stato rivolto un ulteriore appello al Presidente Mattarella stante il mancato riscontro alle precedenti missive. I nostri territori non possono più attendere, sono necessarie risposte concrete e definitive”, dicono i primi cittadini. I quali temono che, dal prossimo primo marzo, possano scattare i paventati aumenti di oltre il 18%.
L’ACCORDO SALTATO – Tra la società e il Ministero era stato raggiunto a dicembre un accordo di massima per congelare le tariffe fino al 31 marzo, in cambio del parallelo rinvio al 2028 del pagamento delle rate 2018 e 2019 del canone di concessione. Tutto questo avrebbe consentito di usare le risorse per finanziare parzialmente gli investimenti, in attesa dell’approvazione del nuovo Piano economico finanziario, già notificato a Bruxelles. Gli investimenti, necessari per l’adeguamento antisismico, erano stati quantificati in sede tecnica dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, in 3,4 miliardi. L’intesa però deve essere ratificata dall’Anas, che ha invece sollevato alcuni aspetti critici. Ossia il costo di ulteriori 73 milioni di euro relativi agli interessi sulle due rate del canone di concessione. E così riparte il conto alla rovescia verso il 28 febbraio…