I viadotti di A24 e A25 sono stati “rimandati” a settembre dal Tar. E, a giudicare sulla promozione per l’esame di “riparazione” in materia di sicurezza della Roma-L’Aquila-Teramo-Pescara, è stato incaricato il presidente dell’Ordine capitolino degli ingegneri. Il quale dovrà, appunto, dare il suo giudizio tecnico finale entro il prossimo 16 settembre. Così hanno deciso i giudici amministrativi della sezione prima pronunciando l’ordinanza sul ricorso presentato dalla società concessionaria dell’autostrada, che da mesi invocava una verifica tecnica anti-allarmismo in seguito allo scontro con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. “Con questo provvedimento, che ha accolto le nostre richieste- commenta la società Strada dei Parchi- il Tar Lazio indica una direzione che porterà a sgombrare il campo dall’allarmismo ingiustificato di questi mesi circa la situazione delle infrastrutture e dei viadotti di A24 e A25”.
SCONTRO CON TONINELLI – E’ dall’ottobre scorso, infatti, che la società del Gruppo Toto ha in corso un braccio di ferro col ministro pentastellato. Toninelli, dopo un sopralluogo sotto il viadotto di Macchia Maura a Bugnara, in provincia dell’Aquila, rese pubbliche le richieste alla concessionaria per “verifiche di sicurezza su 69 dei 339 viadotti di A24 e A25. E, nell’attesa di intervenire per rendere questa struttura non pericolosa, chiederemo di rimodulare il traffico: o limitandolo a certi mezzi o, addirittura, chiudendo il tratto”, disse il ministro, che aggiunse: “tra i dossier di tutta Italia, questa è l’infrastruttura che più mi preoccupa e non mi fa dormire la notte”, puntando l’indice contro “le evidenti criticità: non sono un tecnico, però qui basta vederle con semplici verifiche visive”. Dieci giorni dopo il ministro tornò alla carica: “Alcuni piloni dei viadotti della A24 e A25, che ho potuto visionare con i miei occhi, sono in condizioni così degradate da risultare allarmanti”, innescando un duro scontro con il Gruppo Toto, che replicò duramente: “l’allarmismo ingiustificato ingenerato da parole irresponsabili e la comprensibile preoccupazione dell’utenza hanno fatto sì che negli ultimi giorni il traffico sull’autostrada sia diminuito del 7%”, quantificò Strada dei Parchi, che suggerì al ministro “la lettura del Report redatto dopo i sopralluoghi avvenuti nelle date del 12 settembre e dell’8 ottobre scorsi ed elaborato da un gruppo di specialisti che, su indicazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in base alla nuova normativa, ha effettuato controlli e sopralluoghi sull’intero tracciato, arrivando alla conclusione che non è pregiudicata la stabilità e la sicurezza dell’opera nelle normali condizioni di servizio”.
I 3 QUESITI – Una querelle che è ora arrivata all’accertamento tecnico preventivo, richiesto dalla società concessionaria al Tar. Il Tribunale amministrativo ha ammesso 3 dei 5 quesiti richiesti: “fornisca il consulente i dati relativi alla profondità di ammaloramento reale del calcestruzzo e all’attuale danneggiamento per corrosione dei ferri delle opere ispezionate”. Poi: “esamini il consulente, per le pile dei viadotti oggetto delle verifiche di settembre/ottobre 2018, a partire da quelli per i quali sono in procinto di iniziare i lavori di messa in sicurezza, gli attuali valori dei copriferri, del passo esistente delle staffe, del loro aggancio ai ferri verticali e del dettaglio adottato in corrispondenza degli spigoli per confinare le armature d’angolo”. E, infine, “il consulente potrà esaminare anche altri valori che, secondo il suo apprezzamento, possono essere utili per valutare l’efficacia dei dettagli costruttivi realizzati all’epoca della costruzione”, che risale al 1969.