Qual è il più frequente trauma muscolo-scheletrico? È la distorsione alla caviglia. È provocata da un appoggio eccessivo sulla porzione laterale del piede che causa una violenta rotazione esterna e supinazione della caviglia (inversione). Più raro, ma può capitare, è uno stiramento in eversione, in cui la caviglia si gira invece verso l’interno. I fattori che predispongono alla distorsione possono essere l’instabilità per una precedente distorsione, ricadute dopo un salto, trauma da contrasto fisico, molto frequente nell’attività sportiva del calcio, mancanza d’allenamento, terreno sconnesso, allenamento senza un adeguato riscaldamento muscolare, appoggio del piede non corretto. Le distorsioni sono classificate in base all’importanza della lesione: 1° grado: stiramento dei legamenti e dei tendini senza lesioni;
2° grado: lesione parziale dei legamenti; 3° grado: lesione totale di almeno un legamento; Nel primo grado, il trauma è lieve; è la forma più comune, comporta uno stiramento blando dei legamenti e tende a risolversi spontaneamente. Nel secondo grado, il trauma è medio: lo stiramento ai legamenti è importante, ma non tale da determinare la loro rottura; causa dolore intenso, gonfiore e spesso le conseguenze possono protrarsi per diverse settimane. Nel terzo grado, il trauma è grave: si ha la rottura dei legamenti, con dolore molto intenso, gonfiore e necessità dell’azione di un medico o di uno specialista; può richiedere anche l’intervento chirurgico. I sintomi, sebbene possano manifestarsi in modalità diverse da soggetto a soggetto e in base alla lesione, comprendono gonfiore, edema esteso nell’area, dolore nei movimenti e difficoltà a poggiare il piede coinvolto a terra. La diagnosi è clinica, il medico fa l’anamnesi in cui il paziente spiega com’è avvenuta la distorsione o il trauma. Durante l’esame fisico, il dottore esegue la palpazione della caviglia alla ricerca delle zone dolorose, effettua la valutazione dei movimenti che nella maggioranza dei casi presenta una limitazione nella flessione dorsale; il paziente non riesce a camminare sulle punte, ma è in grado di deambulare sui talloni. Solo nei casi più gravi il medico prescrive un’ecografia muscolo-scheletrica o una risonanza magnetica per controllare se ci sono lesioni dei tendini o dei legamenti rotti. Nella prima fase dopo il trauma l’intervento è finalizzato alla riduzione della sintomatologia dolorosa e del gonfiore, attraverso il riposo e l’apposizione di ghiaccio per 15-20 minuti più volte al giorno. Nelle fasi successive è importante l’intervento riabilitativo che all’inizio mirerà al recupero del movimento fisiologico delle articolazioni, dopodiché sarà incentrato al rinforzo muscolare, e quindi al recupero completo delle funzionalità posturali e propriocettive. Nel recupero iniziale del movimento il paziente sarà trattato con tecarterapia, laserterapia e mobilizzazione che aiutano ad attenuare il dolore, riducono l’edema e riattivano l’articolazione che a seguito del processo infiammatorio aveva perso la sua funzione. In questa fase possiamo avere l’ausilio anche di bendaggi funzionali (p.e. taping neuromuscolare). I tempi di recupero delle distorsioni possono variare a seconda del grado di lesione da 10 giorni a 8 settimane. E’ bene non trascurare qualsiasi trauma che coinvolga la caviglia perché possono esserci recidive e perché, un appoggio anomalo del piede, contribuisce ad un cambiamento dell’assetto posturale con conseguenze “dolorose” che possono manifestarsi anche in altre parti del corpo.