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E negli ambulatori sublacensi l’aria è “condizionata” dai vecchi ventilatori…

“In queste giornate di temperature elevate è a disposizione una App ‘Caldo e Salute’ dove sono riportate tutte le informazioni, i bollettini relativi alle ondate di calore e tutte le raccomandazioni utili per combattere il caldo. È inoltre operativo il Piano per tutelare dalle ondate di calore la popolazione più a rischio, rivolto agli over 65 anni e i più piccoli con l’obiettivo di garantire l’assistenza nelle giornate con le temperature più elevate”, ha annunciato il 24 giugno scorso l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Nello stesso giorno all’ospedale di Subiaco, con una temperatura di 36 gradi, negli ambulatori i pazienti in attesa boccheggiavano lungo un corridoio rinfrescato da un ventilatore a piantana della “Galileo”, quasi risalente alla stessa epoca dell’antico, omonimo scienziato. Con tanto di numero d’inventario “n°92 Azienda Asl Rm G Polo di Subiaco”. L’azienda da anni ha cambiato denominazione in “Asl Roma 5”, ma non certo i ventilatori, perché sono di quelli che ormai si vedono solo negli ospedali da campo dell’Africa subsahariana. E’ possibile che, nel 2019, un ospedale non sia dotato neanche di banalissimi condizionatori da poche centinaia di euro? Anche il Pronto Soccorso sublacense ne è sprovvisto: in inverno sarebbe tollerabile la mancanza di termosifoni nelle strutture sanitarie? No: e allora perché accettare i ventilatori a piantana in estate, che è come se in inverno si usassero le stufette elettriche? Non resta che attaccarsi all’App “Caldo e Salute” dell’apprensivo assessore regionale…

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