A questo punto, delle due l’una: o il commissario Zingaretti rimuove tutti i vertici dell’Asl Roma 5, accusandoli di aver scritto il falso (ma non può, perché quanto riportato nei 3 Rapporti annuali dell’azienda è tutto, purtroppo, drammaticamente vero). Oppure si dimetta, ammettendo gli esiti disastrosi della sua “cura” nella gestione della sanità in questi 6 anni. Per i seguenti motivi:
1) Se un’Asl arriva a “certificare” che i suoi 5 ospedali “non dispongono di risorse fondamentali che pure non riguardano le alte specialità ma Ia cura di patologie assolutamente comuni e che rappresentano le principali cause di mortalità (cerebropatie vascolari, neoplasie)”, la Procura della Repubblica non può esimersi dall’accertare immediatamente le responsabilità, perché qui si parla di “cause di mortalità”. E non solo, perché l’azienda denuncia anche l’assenza di strutture obbligatorie per legge: “Non risulta istituita una unità operative di Terapia intensiva polivalente, pure obbligatoriamente prevista per un DEA di I Livello” e la “Assenza di servizi obbligatori. Manca a tutt’oggi un servizio di endoscopia d’urgenza”;
2) L’Asl ammette che “la difficoltà degli Ospedali ad assorbire le urgenze è legata alla carenza di posti letto acuti ordinari, nel 2018 circa un terzo del fabbisogno stimato in base alla popolazione”. Ossia ben “889 posti letto mancanti sul territorio”, al quale proprio i decreti 368 e 412 di Zingaretti nel 2016 hanno finito di tagliare letti, tra Monterotondo e Subiaco (il più decimato: -47%);
3) In un’Asl deprivata dei due terzi dei letti che le spetterebbero (“la Asl Roma 5 può contare su 431 posti letto per acuti a fronte dei I.320 che dovrebbe avere sulla base del fabbisogno della propria popolazione”) si obbligano i residenti a fare i pendolari della salute per ben 3 ricoveri su 4: “la mobilità passiva si attesta al 74.4% (74.1% nel 2017) se misurata in termini di numero di ricoveri e al 77,60% (77% nel 2017) se calcolata come tariffato”.
4) La perdita dei ricoveri equivale anche ad una perdita economica per l’Asl, perché i rimborsi regionali per le prestazioni erogate ai degenti vengono così incassate da altre aziende, anche private. E di conseguenza “la quota capitaria che la Asl Roma 5 riceve dalla Regione Lazio deve essere devoluta in misura sempre maggiore a favore di altre Aziende. La combinazione del fenomeno della mobilità passiva con quello della scrematura di mercato compromette così lo stesso equilibrio contabile della Asl ed impedisce nuovi investimenti chiudendo così un cortocircuito dagli effetti certo non virtuosi sotto il duplice profilo della qualità delle cure e del contenimento dei costi. Per quanto documentato in precedenza, il mantenimento e possibilmente l’incremento del patrimonio di posti letto diventa uno dei fronti decisivi per la tutela dei livelli di assistenza”, scrive l’Asl. Ma la Regione, prima con Polverini e poi con Zingaretti, ha finora fatto l’esatto contrario;
5) E se persino per le emergenze-urgenze “la mobilità passiva rappresenta il 40.60% della domanda espressa dai residenti”, vuol dire proprio che manco il Soccorso è “Pronto”, considerato che 4 accessi su 10 vengono fatti fuori dai 5 Ps aziendali. Una proporzione “ragguardevole anche in considerazione del carattere urgente di questo tipo di domanda”, ammette la stessa Asl. Costretta a trasferire troppo spesso anche coloro che ancora si rivolgono agli “Ospedali della Asl Roma 5: i trasferimenti dal PS in continuità di soccorso avvengono in una percentuale decisamente superiore a quanto rilevato nella Regione Lazio. Il dato è eclatante per l’Ospedale di Subiaco”. E’ eclatante sì: all’Angelucci avete asportato quasi tutto (nel silenzio complice dei sindaci, che continuano a restare incredibilmente muti anche dopo l’ennesimo taglio annunciato della “Chirurgia generale e d’Urgenza”) e adesso avete anche la faccia tosta di piangerlo al capezzale dell’ospedale…
Antonio Sbraga