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Uno slogan da concessionaria per un’azienda da ricovero

Invece di chiedere scusa per i ritardi di oltre 4 anni accumulati, l’Asl Roma 5 aggiunge la beffa al danno arrecato dai cantieri fantasma, prendendo ora anche in giro la Valle dell’Aniene con uno slogan beffardo da autoconcessionaria: “Porte aperte ai cantieri di Subiaco” (come la Renault negli anni ‘80/90). Non paga, oltrepassa pure il comune senso del ridicolo organizzando finanche una sorta di visita guidata “in piccoli gruppi composti da un massimo di 10 persone”, come le gite premio per i centri anziani. E, infatti, tratta i cittadini della Valle dell’Aniene alla stregua degli “umarell”, come chiamano nel nord i tanti pensionati che, mani dietro alla schiena, si fermano lungo le strade a guardare i cantieri. Perché, scrive l’ineffabile Asl, “i cittadini, quando possibile, dovrebbero avere l’opportunità di vedere cosa, quanto e come si sta realizzando ai fini di un ampliamento e miglioramento dell’offerta sanitaria”. Sì, ha giusto il coraggio di scrivere “di un ampliamento e miglioramento dell’offerta sanitaria” proprio negli stessi giorni in cui taglia ulteriori 10 posti letto all’ospedale, che già ora è il più piccolo del Lazio con i suoi appena 29 posti letto attivi (“mancanti 58,6”, come hanno calcolato alla stessa Asl Roma 5), grazie all’assurdo accorpamento dei reparti di Chirurgia-Lungodegenza (unico caso dell’Asl insieme a Monterotondo) fino almeno a metà settembre. E per dopo già ha scritto che “per il trattamento delle urgenze (che per definizione richiedono tempi di intervento necessari più lunghi) si provvede al trasferimento del paziente presso un Dea di Primo livello utilizzando l’ambulanza già presente ed eventualmente con la presenza a bordo dell’anestesista di guardia” (sguarnendo il Ps?). Una disposizione che taglia di fatto la “Chirurgia generale e d’urgenza”, contraddicendo la stessa definizione che l’Asl ha indicato nell’insegna del reparto, peraltro ristrutturato appena 2 anni fa con 800 mila euro di spesa per realizzare “10 posti letto per la chirurgia generale e d’urgenza e 10 posti letto per il day surgery multidisciplinare”, come scrisse la Regione nel suo comunicato stampa. Il “Day Surgery multidisciplinare” è solo un’ala di quel reparto e vivisezionarlo ora, promettendo “le azioni necessarie al fine di trasformare l’Ospedale di Subiaco in un centro di eccellenza per la chirurgia in Day Surgery” (già annunciate ben 3 volte negli ultimi 2 anni peraltro), è l’ennesima presa in giro di quest’Asl da ricovero.