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ProrogA24: il 4° slittamento dei rincari reggerà solo fino a novembre in attesa del nuovo Piano

ProrogA24. La nuova retromarcia d’agosto sulla Roma-L’Aquila ha portato al quarto slittamento dei rincari, sventando la stangata del +19% sui pedaggi minacciata per settembre dopo la rottura tra Anas e società concessionaria. L’ennesima tregua tra il Ministero dei Trasporti (Mit), però è solo sino a fine novembre: “Nell’ambito del confronto tra il Mit, in veste di concedente, e il concessionario Strada dei Parchi circa il rinnovo del Piano economico finanziario e il contestuale Piano stralcio per la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, un’ulteriore proroga del blocco degli aumenti dei pedaggi dal 31 agosto fino al prossimo 30 novembre”. Quando la questione sarà affrontata dalla nuova ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd). Prima dell’ennesima svolta, invece, il precedente ministro Toninelli era stato duramente attaccato dall’allora opposizione, con la richiesta di “un decreto con una soluzione definitiva. Chiediamo per questo a Toninelli di compiere subito i passi necessari per scongiurare un rincaro che è ancora evitabile- aveva avvertito la deputata abruzzese del Pd, Stefania Pezzopane- Certo, è impossibile non notare come il ministro non si sia fatto sfuggire nemmeno questa volta l’occasione per fare una nuova figuraccia. Mercoledì abbiamo infatti scoperto quanto era solida la sua assicurazione sul fatto che i rincari erano stati scongiurati e anche che ha cambiato idea sulle concessioni. Voleva rescindere la convenzione con Strada dei Parchi, adesso sappiamo che vuole prorogare per 10 anni le precedenti convenzioni”. Nel frattempo gli oltre 100 sindaci di Lazio ed Abruzzo, dopo le diverse mobilitazioni fino ai ripetuti sit-in di protesta sotto il Ministero dei Trasporti, sono ancora in attesa di risposte dal ministro sulle richieste di “un tavolo per una ridefinizione dei criteri di concessione e garantire la riduzione definitiva ed adeguata dei pedaggi”. A partire dalla richiesta di “declassificazione del tratto urbano che va dalla barriera di Roma Est fino all’intersezione con la tangenziale est”. Oltre alla richiesta di “declassificazione da tratto montano a non montano di numerosi tratti della A24-A25”. Secondo la concessione vigente, infatti, si applica la “tariffa di montagna” sugli interi tratti autostradali: per l’A24 Roma-L’Aquila-Teramo la concessione indica “Pianura km 0 – Montagna km. 159,3”, compresi gli 11 del pianeggiante tratto urbano romano. Così come sull’A25 Torano-Pescara: “Pianura km 0 – Montagna km 114,9”. Però, con questa integrale “tariffa di montagna”, l’automobilista di certo non ci guadagna: paga il 43,3% in più di pedaggio rispetto a chi transita sull’A1. Per lo stesso tragitto di 41 chilometri, infatti, chi parte da Guidonia Montecelio (105 metri sul livello del mare) e raggiunge lo svincolo di Ponzano Romano-Monte Soratte (205 metri) sull’A1 paga 3 euro. Mentre chi imbocca il casello di Vicovaro (300 metri) sull’A24 e raggiunge la barriera di Roma Est (20 metri), paga 4 euro e 30 centesimi (fino al settembre scorso erano 4,90). Perché, nonostante l’ennesima proroga della retromarcia sull’ultimo rincaro del 12,89%, restano però gli aumenti dei precedenti 14 anni di privatizzazione dell’A24 e A25, che hanno fatto aumentare complessivamente i costi dei pedaggi del +187%.