L’Asl Roma 5 sta messa peggio della sempre bistrattata sanità calabrese. E gode di minor considerazione da parte del Ministero della Salute. Dal quale, il 10 ottobre scorso, è partito un comunicato stampa sull’invio degli ispettori all’ospedale di Vibo Valentia in seguito al decesso del feto in grembo a una donna di 32 anni. “L’Aniene” ha subito chiesto all’ufficio stampa del Ministero se “analoga decisione verrà adottata anche all’ospedale di Subiaco, considerato anche che un esposto è stato inviato, peraltro, proprio al Ministero della Salute da parte del Movimento 5 Stelle di Subiaco sul caso di un degente 72enne colpito da un principio di infarto, che ha atteso per 6 ore l’arrivo del Centro mobile di rianimazione (doveva trasportarlo al San Filippo Neri di Roma per un’operazione d’urgenza al cuore). Alle 0,30 del 3 ottobre è morto sull’ambulanza circa 10 km dopo la partenza, negata in precedenza 3 ore prima dal Centro mobile di rianimazione che, giunto alle 21 e 30 all’ospedale di Subiaco, era ripartito senza trasportare il degente perché chiamato da un altro trasferimento d’urgenza all’ospedale di Colleferro”. In un mese il Ministero non ha mai risposto alla e-mail, nonostante le ripetute assicurazioni telefoniche di un imminente riscontro. Sul caso di questo decesso, che ora finalmente approda in Consiglio regionale, nella Valle dell’Aniene non si è levata alcuna voce: sindaci, sindacati, partiti, consiglieri comunali e Comunità Montana tutti in silenzio. Un silenzio da funerale.
IL COMMENTO – La Roma 5 sta peggio della Calabria
L’Asl Roma 5 sta messa peggio della sempre bistrattata sanità calabrese. E gode di minor considerazione da parte del Ministero della Salute. Dal quale, il 10 ottobre scorso, è partito un comunicato stampa sull’invio degli ispettori all’ospedale di Vibo Valentia in seguito al decesso del feto in grembo a una donna di 32 anni. “L’Aniene” ha subito chiesto all’ufficio stampa del Ministero se “analoga decisione verrà adottata anche all’ospedale di Subiaco, considerato anche che un esposto è stato inviato, peraltro, proprio al Ministero della Salute da parte del Movimento 5 Stelle di Subiaco sul caso di un degente 72enne colpito da un principio di infarto, che ha atteso per 6 ore l’arrivo del Centro mobile di rianimazione (doveva trasportarlo al San Filippo Neri di Roma per un’operazione d’urgenza al cuore). Alle 0,30 del 3 ottobre è morto sull’ambulanza circa 10 km dopo la partenza, negata in precedenza 3 ore prima dal Centro mobile di rianimazione che, giunto alle 21 e 30 all’ospedale di Subiaco, era ripartito senza trasportare il degente perché chiamato da un altro trasferimento d’urgenza all’ospedale di Colleferro”. In un mese il Ministero non ha mai risposto alla e-mail, nonostante le ripetute assicurazioni telefoniche di un imminente riscontro. Sul caso di questo decesso, che ora finalmente approda in Consiglio regionale, nella Valle dell’Aniene non si è levata alcuna voce: sindaci, sindacati, partiti, consiglieri comunali e Comunità Montana tutti in silenzio. Un silenzio da funerale.
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