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Rocca Cencia si “gonfia” dopo la chiusura della discarica di Colleferro: “Manutenzione per il Tmb”

Il 16 gennaio è stata chiusa la discarica di Colleferro, dove ogni giorno arrivavano 1.400 tonnellate dei rifiuti della Capitale. Come si sapeva da mesi e senza che si sia realizzato e neanche individuato con certezza un nuovo impianto di servizio. Così ora i Tmb di Rocca Cencia e Malagrotta, che lavorano l’immondizia romana, sono gonfi di rifiuti perché non li potranno evacuare in discarica. Così, dopo la non scelta del sito per la nuova discarica, la dichiarazione di stato di emergenza sembra l’unica via d’uscita anche in Campidoglio. Ma a questo punto la palla passerebbe al prefetto o al governo. Si potrebbe andare verso quella che un esperto chiama «soluzione napoletana», ricordando le interminabili emergenze campane. Ci sarebbe la nomina di un commissario straordinario, magari un ex capo della Polizia (in Campania fu il prefetto Gianni De Gennaro), che sceglierebbe un sito per scaricare i rifiuti coi militari davanti a sorvegliarli. Fu così nel 2008 con la discarica di Ferrandelle, dove in un terreno confiscato al boss Francesco Schiavone ‘Sandokan’, arrivarono 700mila tonnellate di rifiuti. Doveva essere provvisoria, rimase per cinque anni e ancora oggi sulla recinzione si legge “Area di interesse strategico nazionale divieto di accesso”, proprio come una base militare. Fino all’ultimo il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che le emergenze campane le conosce bene, come ufficiale prima della Forestale e poi dei Carabinieri, sta tentando di evitare questa via. Ma le possibilità sono quasi nulle. Una proroga fino alla fine dell’anno della discarica di Colleferro, non è praticabile anche se ci sarebbe lo spazio per ‘abbancare’ ancora 200mila tonnellate. Nel frattempo il sito finalmente scelto dal Campidoglio per la nuova discarica, Monte Carnevale, colleziona sempre più critiche. Dopo quelle dei cittadini di Valle Galeria, che per cinquanta anni hanno convissuto con la megadiscarica di Malagrotta e dopo quelle di parte dei M5s, locali e nazionali, è arrivato anche lo ‘stop’ dell’Enac che ha avvertito dei rischi che comporta una discarica, che attirando una grande quantità di gabbiani, rappresenterebbe un pericolo per gli aerei del vicino aeroporto di Fiumicino, citando anche alcuni incidenti. Ma la discarica non è l’unico problema per la Capitale. Il Tmb di Rocca Cencia, da più di un anno l’unico comunale dopo l’incendio di quello del Salario, deve andare assolutamente in manutenzione. La Regione aveva dato l’okay dopo la scelta del Comune per Monte Carnevale. Ma se si fa marcia indietro, si blocca anche la manutenzione del Tmb che sta arrancando. Intanto il Tmb privato della Rida di Aprilia non prende più le 300 tonnellate al giorno come protesta perché non fanno aprire una propria discarica. A sopperire, per ora, altri impianti in Abruzzo, Viterbo e Frosinone. Ma basta girare per la città per vedere che molto resta per strada. Intanto Roma deve pagare sempre di più anche per l’organico che deve mandare fuori regione non avendo propri impianti di compostaggio. Finiscono soprattutto in Veneto e Friuli, ma la concorrenza con Napoli (anche la Campania non ha impianti) ha fatto salire i prezzi. Ormai si deve pagare 270 euro a tonnellata, il doppio di quello che si pagherebbe se ci fossero gli impianti.