Dopo un incidente sulle piste da sci, il direttore generale dell’Asl Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito, si è sottoposto all’innovativo “intervento di “riparazione” del Legamento Crociato Anteriore (LCA) grazie alla collaborazione tra l’equipe della ASL Roma 5 guidata dal dott. Alvise Clarioni e quella del Sant’Andrea guidata dal prof. Andrea Ferretti”.
L’intervento è stato effettuato presso l’ospedale di Colleferro dove, informa il comunicato stampa dell’azienda, il “primo paziente d’eccezione è proprio il Direttore Generale della ASL Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito: “Ringrazio tutti i professionisti del blocco operatorio e gli operatori che hanno contribuito alla buona riuscita dell’intervento e l’equipe del prof. Ferretti e l’Azienda ospedaliera Sant’Andrea” che ha importato e condiviso questo metodo anche con gli specialisti della ASL Roma 5. “Non rimarrà un caso isolato, ma attraverso una partnership con il Sant’Andrea contiamo di mettere a disposizione della cittadinanza una procedura realmente innovativa – ha aggiunto Santonocito – penso che sia un punto di partenza per riqualificare e rilanciare l’offerta sanitaria di un ospedale che è e sarà sempre di più, un punto di riferimento per i cittadini”.
Buon per l’ospedale di Colleferro. Però, allo sciatore Santonocito, va ricordato che le uniche piste da sci della provincia romana sono a Subiaco. Dove, nel 2015, la Regione Lazio con una mano ha erogato i 2 milioni e mezzo per la seggiovia di Monte Livata e, con l’altra, ha chiuso al contempo il reparto di Ortopedia nell’ospedale ubicato appena 15 chilometri sotto quelle piste scioviarie.
Se l’infortunio di Santonocito fosse avvenuto sulle piste di Livata (ora chiuse solo per mancanza di neve) lo sciatore Giorgio avrebbe probabilmente sacramentato contro il direttore dell’Asl Giulio che, in quell’ospedale, tiene aperto l’ambulatorio ortopedico solo un giorno a settimana (il giovedì). E, peraltro, anche con l’ambulanza-navetta per i trasporti nella sala-gessi dell’ospedale di Tivoli attiva solo fino alle ore 16 (una limitazione oraria riservata solo all’Angelucci di Subiaco, perché negli altri 4 presidi il servizio è h24).
Nel 2020, insomma, c’è chi può farsi un’innovativa riparazione del “crociato” ma anche chi, invece, è ancora costretto a farsi “croce” nel calvario dell’andirivieni tra un ospedale e l’altro…
Antonio Sbraga – 14/02/2020