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10 CASI ALL’ASL ROMA 5 (82 TOTALI: IL 2° A SUBIACO E 1 A CERVARA)

10 CASI ALL’ASL ROMA 5 (82 TOTALI: IL 2° A SUBIACO E 1 A CERVARA). LA REGIONE RIATTIVI LA TERAPIA INTENSIVA ALL’“ANGELUCCI” (DA 4 ANNI ATTENDE “2 POSTI LETTO DI SALA ROSSA PER LA RIANIMAZIONE”)

“Asl Roma 5: 10 nuovi casi positivi. 673 persone sono uscite dalla sorveglianza domiciliare. Dal 28 Marzo disponibili ulteriori 10 posti di terapia intensiva” a Tivoli e Colleferro.

Salgono così a complessivi 82 i casi positivi nei 70 Comuni dell’Asl Roma 5.

Dopo i casi di Rocca Santo Stefano, Tivoli, Mandela e Olevano Romano (2), anche Subiaco da oggi ha il secondo abitante risultato positivo, mentre a Cervara di Roma un residente è stato ricoverato in isolamento al Policlinico Umberto I di Roma.

LA TERAPIA INTENSIVA – “L’Aniene” torna a ribadire l’appello alla Regione per la riapertura dei 4 posti di Terapia intensiva all’ospedale di Subiaco, inspiegabilmente chiusi 5 anni fa.

E, nel farlo, la Regione dovrà necessariamente fare un nuovo decreto che, stante l’emergenza, smentisca e superi il suo precedente Decreto U00222 del 2017, col quale negò definitivamente quel reparto all’Angelucci.

Perché, insieme alla riapertura del reparto, deve essere necessariamente riassegnata all’Angelucci anche la “classificazione di ospedale sede di Pronto Soccorso”, tolta dalla Regione sempre nel 2014 con il declassamento in “presidio di zona particolarmente disagiata”.

“L’Aniene” ha provato a spiegarlo ai sindaci del comprensorio, soprattutto a quelli che, dopo l’appello lanciato il 7 marzo da questo giornale, il 9 marzo scorso hanno chiesto solo l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva senza chiedere anche la riassegnazione della classificazione di “ospedale sede di Pronto soccorso”, ottenibile in deroga solo in 2 modi: o con un decreto del commissario, oppure con la riapprovazione della legge sugli ospedali montani.

I Comuni della Comunità Montana dell’Aniene che sostengono questa doppia richiesta sono finora solo 7: Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano e Olevano Romano.

Ma il silenzio assordante dei restanti Comuni, a partire da Subiaco, non è nuovo.

Basti pensare che sono passati ben 4 anni dall’annuncio che Asl e Comune di Subiaco fecero sulla “realizzazione di 2 posti di sala rossa per l’attività di rianimazione” nell’ambito del “rinnovo dell’area del Pronto Soccorso e dell’Area dell’Emergenza” dell’“Angelucci”.

Il comunicato stampa reca la data del 27/04/2016, in piena campagna elettorale per le Comunali, ed annunciò l’“Intervento rinnovo Pronto Soccorso e Area dell’emergenza a partire dal 1 ottobre 2016” insieme all’arrivo di ben “5 anestesisti per rafforzare l’attività chirurgica e l’emergenza urgenza”.

Mai arrivati, ovviamente, come il cantiere di rinnovo del Pronto Soccorso, che poi è partito con 3 anni di ritardo ed è ancora a metà del guado, fermo da diverse settimane, alla faccia del cronoprogramma ufficiale di “160 giorni”, partiti dal 19/06/2019 (come per l’elisuperficie, che secondo il decreto regionale doveva essere “attivata entro il 31/12/2015).

Ma il Comune di Subiaco, sempre solerte nel rilanciare gli annunci dell’Asl, non ha mai protestato per i ritardi di questi 4 anni, coprendo come sempre le manchevolezze di Regione ed Asl, finanche per la mancata apertura di un servizio salva-vita come l’annunciata “realizzazione di 2 posti di sala rossa per l’attività di rianimazione” (quante vite avrebbe potuto salvare in questi 4 anni di mancata attivazione?).

Con buona pace del sindaco sublacense, Francesco Pelliccia, che nel 2016 scrisse: “La programmazione concertata da mesi con la Regione Lazio e la ASL RM 5 sta gradualmente dando i frutti sperati. L’Ospedale verrà completamente rinnovato con tempi certi e risorse assegnate”.

Poi tacendo, invece, nei successivi 4 anni, alla faccia di quei “tempi certi” assicurati a suo tempo e, a tutt’oggi, ancora non rispettati…

Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 9 – 19/03/2020