CONTAGIATI, L’ASL ROMA 5 VICINA A QUOTA-100: SONO 99 UNA BANCA DONA VENTILATORI ALL’OSPEDALE DI SUBIACO (CHE DA 2 ANNI ATTENDE S-SCAN, COME LA RISONANZA MAGNETICA A TIVOLI)
Vicina a quota-100 (99 il totale dei contagiati) l’Asl Roma 5, dove oggi il bollettino regionale, infatti, conta “17 nuove persone positive. 673 persone sono uscite dall’isolamento domiciliare. Dal 28 Marzo disponibili ulteriori 10 posti di terapia intensiva” a Tivoli e Colleferro.
LA TERAPIA INTENSIVA – “L’Aniene” torna a ribadire l’appello alla Regione per la riapertura dei 4 posti di Terapia intensiva all’ospedale di Subiaco, inspiegabilmente chiusi 5 anni fa.
La Regione faccia un nuovo decreto che, stante l’emergenza, smentisca e superi il suo precedente Decreto U00222 del 2017, col quale negò definitivamente quel reparto all’Angelucci.
Perché, insieme alla riapertura del reparto, deve essere necessariamente riassegnata all’Angelucci anche la “classificazione di ospedale sede di Pronto Soccorso”, tolta dalla Regione sempre nel 2014 con il declassamento in “presidio di zona particolarmente disagiata”.
“L’Aniene” ha provato a spiegarlo ai sindaci del comprensorio, soprattutto a quelli che, dopo l’appello lanciato il 7 marzo da questo giornale, il 9 marzo scorso hanno chiesto però solo l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva senza chiedere anche la riassegnazione della classificazione di “ospedale sede di Pronto soccorso”, ottenibile in deroga solo in 2 modi.
O con un decreto del commissario, come quello che Zingaretti già firmò il 21 maggio 2015, il decreto 197, per “rimodulare l’offerta ospedaliera della ASL Roma F, in un Polo Ospedaliero Unificato Civitavecchia-Bracciano, assegnando allo stabilimento di Bracciano, a seguito dell’incremento dei posti letto di area chirurgica, la funzione di Ospedale sede di Pronto Soccorso”.
Un escamotage che, proprio in seguito all’unione dei 2 nosocomi, fece superare a Bracciano la soglia minima prevista dalla legge (60 mila abitanti) per riottenere la “classificazione di sede di Pronto Soccorso” (oltre la riassegnazione di 57 posti letto): qui si potrebbe fare la stessa cosa con il polo unico Tivoli-Subiaco.
Oppure con la riapprovazione della legge sugli ospedali montani, come “L’Aniene” ripete sin dal 4 febbraio scorso. Però i Comuni della Comunità Montana dell’Aniene che sostengono questa doppia richiesta sono finora solo 7: Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano e Olevano Romano.
I sindaci degli altri Comuni battano un colpo, adempiendo al loro dovere di massima autorità sanitaria del loro territorio invece di tacere per timore reverenziale nei confronti della Regione.
LA DONAZIONE – Una buona notizia arriva dalla Banca Centro Lazio, che annuncia di sostenere “le comunità del territorio con un aiuto concreto e dona ventilatori polmonari pressovolumetrici, monitor multiparamedici ed emotografo agli ospedali di Palestrina, Subiaco e Alatri”. Fortunatamente ci pensa un istituto di credito, perché si sta freschi ad aspettare i tempi dell’Asl Roma 5, l’unica azienda sanitaria del Lazio a non essere ancora dotata di una risonanza magnetica.
Non solo: si sono appena “festeggiati” i primi 2 anni del mancato arrivo di ben 6 apparecchiature diagnostiche, annunciate dall’azienda il primo marzo del 2018 ma non ancora acquistate.
Si tratta di “tre Tac per Tivoli, Colleferro e Palestrina, una Risonanza Magnetica per Tivoli e due S-Scan per Colleferro e Subiaco”. Eppure l’Asl ha denunciato l’obsolescenza delle attuali apparecchiature: la Tac di Palestrina ha “14 anni ed è dotata di sole 4 slices” (2 in meno di quella di Subiaco). E la sua “vetustà tecnologica comporta chiaramente inferiori livelli prestazionali e diagnostici e maggiori dosi di radiazione erogate al paziente”, come ha scritto l’Asl in una relazione inviata alla Regione. Nella quale si lamenta che in tutta l’azienda “sono installate Tac non solo molto vecchie, ma soprattutto tecnologicamente non in linea con gli standard tecnologici attuali”. Come a Colleferro e Tivoli, dove “entrambe le Tac non sono più in produzione: una situazione che non ne determina la mancata funzionalità, ma che pone comunque incertezza in relazione ad un’eventuale indisponibilità dei ricambi”. Ma questi mancati acquisti, che moltiplicano i costi dell’Asl (ogni anno spende 5 milioni di euro per rimborsare le prestazioni rese dalle strutture convenzionate, dove anche i degenti dei 5 ospedali vengono trasportati in ambulanza per effettuare le risonanze magnetiche), non sono mai stati denunciati da sindaci e sindacati, neanche adesso che la sala-ecografie è stata chiusa a Subiaco nel turno notturno (dalle ore 20 alle 8 del mattino), come accade da mesi anche per il laboratorio analisi.
Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 10 – 20/03/2020