UN ALTRO MORTO NELL’ASL ROMA 5: + 8 CASI (275 I CONTAGIATI). SUBIACO NON SI PRONUNCIA SULLA LEGGE PER L’OSPEDALE MONTANO MA L’EX ASSESSORE ALLA SANITA’ ORA CHIEDE LA TERAPIA INTENSIVA (MA NEL 2016 ASSICURAVA: “L’EMERGENZA-URGENZA E’ GARANTITA”)
Un altro morto nell’Asl Roma 5: “8 nuovi casi positivi. Deceduto un uomo di 69 anni con patologie preesistenti. 1266 persone sono uscite dall’isolamento domiciliare”. Salgono così a 275 i positivi al coronavirus nei 70 Comuni dell’Asl Roma 5, compreso il nuovo contagio di Tivoli al Covid-19, “portando così a 22 le persone positive nel territorio tiburtino. Le persone in quarantena fiduciaria sono 83, un numero che sale rispetto a ieri”. Anche Subiaco è salito a 6 casi complessivi, mentre ha raggiunto “50 il numero dei contagiati a Guidonia Montecelio”. A “Vicovaro restano due i casi di positività al tampone per COVID – 19 certificati dalla ASL RM5. Pur non avendo ricevuto ancora una specifica comunicazione ufficiale, dai contatti quotidiani con i singoli cittadini coinvolti e con le loro famiglie, non è possibile escludere nelle prossime ore un terzo caso di contagio “strettamente” legato al primo. Le condizioni di salute delle persone risultate positive sono stabili o in via di miglioramento. L’aumento delle persone in isolamento domiciliare o fiduciario è parzialmente legato alla presenza del secondo caso di contagio”, ha scritto il sindaco di Vicovaro, Fiorenzo De Simone.
Il Comune di Subiaco continua a non esprimersi sulla proposta lanciata nel febbraio scorso da “L’Aniene” ai Comuni del comprensorio. Questo giornale ha sollecitato una semplice delibera di richiesta al Consiglio Regionale per la riapprovazione della legge sugli ospedali montani, che nel 2009 concesse la deroga all’Angelucci per mantenere la classificazione di ospedale sede di Pronto Soccorso (e, con essa, il mantenimento del reparto di Terapia intensiva) pur essendo sotto la soglia dei 60 mila abitanti.Quella legge è stata abrogata da una sentenza della Corte Costituzionale per un solo motivo: il commissariamento della sanità laziale. Ma ora, con l’annunciata uscita dal piano di rientro, il Consiglio regionale ha di nuovo la facoltà di legiferare in materia di sanità. Nel 2009 quella norma fu votata all’unanimità e oggi, dunque, non dovrebbe incontrare resistenze, invece il primo Consiglio comunale a non sollecitarla è proprio, incredibilmente, Subiaco (mentre 9 Comuni l’hanno votata: Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano, Licenza, Olevano Romano e Rocca Canterano). Forse perché contraddice tutte le bugie raccontate negli ultimi anni da sindaco e assessori alla Sanità sull’ospedale, sempre più realisti del re regionale, che invece ha tagliato il 47% dei posti letto all’Angelucci. L’ex assessore alla Sanità della Giunta Pelliccia, il medico Luigi Gaetani, ora che è passato all’opposizione ha, per esempio, finalmente cambiato idea: in un video del suo gruppo politico “Obiettivo Sviluppo”, infatti, si è espresso “sull’assenza della Terapia intensiva nell’Ospedale di Subiaco: la speranza è che una situazione di emergenza di questo tipo risvegli le coscienze”. La sua si è risvegliata di certo, almeno al confronto di quanto affermava, invece, nel 2016 nel video della campagna elettorale al fianco del sindaco Pelliccia. L’allora assessore alla Sanità in pectore Gaetani, infatti, affermava: “Riscontro una diffusa e pericolosa disinformazione nei nostri pazienti riguardo alla supposta precarietà in cui verserebbe il nostro nosocomio, soprattutto alle funzioni di Pronto Soccorso e all’assenza di personale rianimatore, di ambulatori specialistici e reparti di analisi. Tutto ciò spinge i nostri pazienti ad andare fuori. In realtà il nostro ospedale funziona, pur con qualche difficoltà passata che stiamo affrontando”. Questo il “video-messaggio alla cittadinanza” nel 2016, nel quale si affermava, peraltro, che “l’emergenza-urgenza è garantita, anche di carattere rianimatorio. La presenza h24 di un anestesista, di un chirurgo e di un internista è ciò che serve in un Pronto Soccorso per garantire terapie anche di carattere rianimatorio. Nel prossimo futuro vi sarà un’ottimizzazione dell’attività rianimatoria anche in relazione alle deroghe dei 5 anestesisti che prenderanno tra breve servizio presso il Pronto Soccorso”. Quattro anni dopo, invece, dopo le dimissioni da assessore e consigliere comunale, e il passaggio di “Obiettivo Sviluppo” all’opposizione, finalmente anche il medico-politico Gaetani si accorge della “assenza della Terapia intensiva nell’Ospedale di Subiaco”. Il 9 marzo scorso anche “dall’Onorevole Francesco Lollobrigida e Fratelli d’Italia un appello a riaprire ed implementare i reparti di terapia intensiva negli ospedali laziali, come Subiaco”. Finalmente, però, per completezza d’informazione, va ricordato che il sublacense Lollobrigida era l’assessore regionale ai Trasporti della Giunta-Polverini che, nel decreto 80 del 2010, voleva tagliare l’ospedale di Subiaco a soli 8 posti letto (e senza, ovviamente, la Terapia Intensiva). Un taglio fortunatamente mai avvenuto, poi realizzato a metà nel 2014 dal Decreto 412 di Zingaretti (che prima, da presidente della Provincia, contestava proprio per quei tagli la sua avversaria Polverini…).
“Come si cambia…”, canterebbe la soave Fiorella Mannoia…
Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 19 – 29/03/2020
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