ASL ROMA 5: + 10 CASI (285 I CONTAGIATI). ROIATE E’ IL 10° COMUNE CHE CHIEDE LA LEGGE SULL’OSPEDALE MONTANO (SUBIACO IN 4 ANNI PASSO’ DA “TERAPIA INTENSIVA E’ IMPRESCINDIBILE” A “E’ GARANTITO IL RIANIMATORE H24”)
“Asl Roma 5: 10 nuovi casi positivi. 1296 persone sono uscite dall’isolamento domiciliare”. Salgono così a 285 i positivi al coronavirus nei 70 Comuni dell’Asl Roma 5, a partire dai “52 contagiati a Guidonia Montecelio”, 22 a Tivoli, 6 a Subiaco e Cervara di Roma, 3 a Olevano Romano e Castel Madama, 2 a Vicovaro e Agosta e 1 a Cineto Romano, Mandela ed Affile.
ROIATE IL 10° COMUNE PER LA LEGGE SULL’OSPEDALE MONTANO – Anche il Consiglio comunale di Roiate ha aderito alla proposta che “L’Aniene” ha lanciato il 4 febbraio scorso davanti alla Commissione Sanità della Comunità Montana, chiedendo di deliberare una richiesta da inviare al Consiglio Regionale per sollecitare la riapprovazione della legge sugli ospedali montani, in grado di far riottenere all’Angelucci la classificazione di “ospedale sede di Pronto Soccorso” e, con essa, anche la riapertura del reparto di Terapia Intensiva, chiuso dalla Regione nel 2015. Oggi, infatti, c’è anche la “Attribuzione della qualifica di Ospedale Montano all’Ospedale “A. Angelucci” di Subiaco” tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale roiatese in videoconferenza. Salgono così a 10 i Comuni del comprensorio che hanno deliberato le richieste: Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano, Licenza, Olevano Romano, Rocca Canterano e Roiate. Continua a mancare all’appello Subiaco, proprio il Comune in cui ha sede l’ospedale. Ma la coerenza del Comune di Subiaco è nota: il 4 Novembre 2011, insieme ad altri Comuni della Valle dell’Aniene, annunciò addirittura di voler “reperire all’interno del nostro territorio le economie necessarie al mantenimento della struttura del reparto” di Rianimazione-Terapia Intensiva. “Siamo disponibili anche a trovare le risorse compensative necessarie – disse il sindaco Pelliccia – Dalla rianimazione l’Ospedale di Subiaco e il territorio della Valle dell’Aniene non possono prescindere”. Invece poi, nel Maggio 2015, la Rianimazione-Terapia Intensiva venne chiusa, ma senza alcuna protesta del Comune di Subiaco, che evidentemente aveva cambiato idea rispetto all’imprescindibilità di quel reparto, perché così scrisse in un comunicato stampa: “nonostante il trasferimento del reparto di rianimazione, l’Ospedale di Subiaco si vedrà immediatamente garantita l’anestesista rianimatore h 24 e pertanto “l’emergenza – urgenza medica, chirurgica ed il controllo del dolore, sia in Pronto Soccorso che nei reparti di degenza”. Quel reparto, dunque, che nel 2011 si voleva addirittura finanziare localmente pur di non perderlo, come per magia non servì più solo perché, evidentemente, la chiusura stavolta era stata ordinata dall’innominabile (per Pelliccia) Zingaretti, eletto nel marzo 2013 presidente della Regione Lazio (dopo, peraltro, una campagna elettorale tutta incentrata contro i tagli alla Sanità del suo altrettanto pessimo predecessore: Renata Polverini). Anzi, l’unico contestatore che andò a incatenarsi per protesta sotto il Comune di Subiaco contro la chiusura della Terapia intensiva-Rianimazione, il sempre generoso ed indomabile lottatore Alessandro Scafetta, venne pure fatto allontanare dall’allora comandante della polizia locale (foto in basso). E meno male che “della rianimazione l’Ospedale di Subiaco e il territorio della valle dell’Aniene non possono prescindere”…
Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 20 – 30/03/2020