ASL ROMA 5: MORTA UNA 92ENNE (+ 16 CASI: 410 I CONTAGIATI). OSPEDALI MONTANI: 2 MESI DOPO LA PROPOSTA CHIESTA LA CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SUBIACO
“Asl Roma 5: 16 nuovi casi positivi. 8 pazienti sono guariti. Deceduta una donna di 92 anni all’Ospedale di Palestrina. 1690 persone sono uscite dall’isolamento domiciliare. All’Ospedale di Palestrina sono ricoverati 37 pazienti”. Salgono così a 410 i positivi al coronavirus nei 70 Comuni dell’Asl Roma 5.
LEGGE SULL’OSPEDALE MONTANO, CHIESTA LA CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SUBIACO – Dopo i 12 Comuni (Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano, Licenza, Marano Equo, Olevano Romano, Rocca Canterano, Roiate e Vallepietra) anche la minoranza del Consiglio comunale di Subiaco ha finalmente preso una posizione, sia pur con ben 2 mesi di colpevole ritardo, sulla proposta della riapprovazione della legge sugli ospedali montani, lanciata da “L’Aniene” ai Comuni della Comunità Montana il 4 febbraio scorso. “La minoranza ha presentato quest’oggi – 07.04.2020 – un’istanza di convocazione del Consiglio Comunale con l’obiettivo di richiedere alla Regione Lazio la ripresa dell’iter legislativo per attribuire all’Ospedale Angelucci la qualifica di “Ospedale Montano”. Però la risposta della maggioranza del sindaco Pelliccia è già nota: “L’Aniene” l’ha già pubblicata il primo aprile, sperando si trattasse di un pesce d’aprile. Invece è proprio la posizione ufficiale della Giunta Pelliccia, riassumibile così: “Oggi le tipologie di ospedale sul territorio nazionale sono disciplinate da un decreto ministeriale (d.m. 70) avente forza di legge. Per fare in modo che l’ospedale possa essere classificato come tale va cambiato quel d.m. di pertinenza del ministero alla Sanità. la Regione non può legiferare su ambiti dove c’è una legge statale. Bisogna, lo ripetiamo, lavorare sulla modifica della legge statale”. Una posizione che, a giudizio di questo giornale, fa acqua da tutte le parti per i seguenti motivi: 1) Non “oggi”, ma da sempre “le tipologie di ospedale sul territorio nazionale sono disciplinate” da una legge nazionale. Oggi c’è il “decreto ministeriale 70”, così come nel 2009 ce n’era un’altra. Proprio per questo motivo il Consiglio regionale votò, all’unanimità, una legge per andare in deroga a quell’assetto nazionale: appunto per poter preservare reparti e servizi di un ospedale che non rientrava più nei parametri numerici delle soglie minime delle norme nazionali, anche a causa della specificità montana del suo bacino d’utenza sempre più ristretto, come in tutte le Aree Interne. E, quindi, come si derogò allora, si può derogare ora. Anzi, adesso a maggior ragione dopo il riparto di competenza legislativa fra Stato e Regioni grazie al nuovo Titolo V della Costituzione. Il quale assegna la “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari alle Regioni”, lasciando allo Stato solo la “Determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni per la tutela della salute”; 2) Quasi tutte le Regioni hanno una propria legge che istituisce e definisce le funzioni dei vari ospedali montani (ma anche la nostra confinante Abruzzo ha una norma uguale, finanche nel testo, a quella laziale del 2009: un “ospedale montano” è, ad esempio, quello di Pescina); 3) Il decreto 70 indica i “Presidi di Zona particolarmente disagiata”. E il primo a violare quella legge nazionale è stato proprio il governatore Zingaretti in almeno 3 occasioni: a) quando nel 2014 tolse in extremis, fra un decreto e l’altro, Monterotondo tra gli ospedali declassati a “Presidi di Zona particolarmente disagiata”; b) quando nel 2014 aggiunse i 10 letti del reparto autonomo di Chirurgia generale a Subiaco (mentre il Decreto nazionale 70 ammette solo “una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina”); c) quando Zingaretti firmò un nuovo decreto, il 197 del 21 maggio 2015, per “rimodulare l’offerta ospedaliera della ASL Roma F, in un Polo Ospedaliero Unificato Civitavecchia-Bracciano, assegnando allo stabilimento di Bracciano, a seguito dell’incremento dei posti letto di area chirurgica, la funzione di Ospedale sede di Pronto Soccorso; e di rimodulare l’offerta di posti letto assegnando allo Stabilimento di Bracciano 57 posti letto”. Il “Polo Ospedaliero Unificato” non è contemplato dal Decreto 70, eppure Zingaretti l’ha inventato per togliere a Bracciano il declassamento a “Presidio di Zona particolarmente disagiata”, lasciato solo a Subiaco (e senza che alcuna protesta del sindaco contro la disparità di trattamento subita); 4) Lo stesso Pelliccia il 9 marzo scorso, con la lettera inviata alla Regione in cui chiede di attivare solo “i posti letto di Terapia intensiva a Subiaco”, viola proprio il Decreto 70 dietro il quale adesso si nasconde pur di non rispondere all’appello relativo alla legge sugli ospedali montani. Sì, perché nei “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”, com’è stato declassato Subiaco secondo il Decreto 70, è previsto soltanto “un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri”. Non lo scrive “L’Aniene”, ma lo ha già ribadito proprio Zingaretti che, nel Decreto U00222 del 2017, per correggere l’errore dei decreti precedenti che continuavano ad indicare un reparto di Terapia intensiva ancora attivo a Subiaco (ma chiuso, invece, nel 2015), ammise “una errata corrige nel riportare la presenza di letti di terapia intensiva che, ai sensi del DM 70/2015 e del DCA U00412 del 26/11/2014, non sono previsti per il Presidio di Subiaco in quanto Presidio di zona particolarmente disagiata”. Quindi Pelliccia la smetta di mentire, sapendo di mentire, perché è lo stesso Decreto Ministeriale 70, al punto “9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso” a scrivere che: “Può essere prevista la funzione di Pronto soccorso, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000”. Il Decreto Ministeriale 70, quindi, già contempla questa possibilità di concedere “la funzione di Pronto Soccorso” all’ospedale di Subiaco, che però non venne sfruttata da Zingaretti nel 2014, quando declassò l’Angelucci a “Presidio di zona particolarmente disagiata” senza nemmeno lasciargli quella classificazione, con la quale invece avrebbe salvato proprio il reparto di Terapia Intensiva, smantellato poi nel 2015 e trasferito a Colleferro dopo una spesa di un milione di euro. Per questo motivo “L’Aniene” sollecita la riapprovazione della legge sugli ospedali montani: per ottenere quella deroga finora non concessa dal presidente-commissario Zingaretti. Non volete quella legge, a differenza del 2009, quando tutto il Consiglio regionale disse sì? Allora abbiate il coraggio di smentire voi stessi (come il Pd, che ora ignora quella proposta, ma 11 anni fa l’avanzò proprio con il duo Lucherini-Milana) e, insieme ai “sindaci per Zingaretti” (fra i quali Pelliccia), che nel 2018 fecero la campagna elettorale per il governatore uscente, pretendano almeno da Zingaretti ciò che non ha voluto concedere in questi 6 anni negando quell’opportunità prevista dallo stesso Decreto Ministeriale 70. Oppure abbiate il coraggio di pretendere quello che Zingaretti ha concesso 5 anni fa a Bracciano nel vostro silenzio deferente e genuflettente da Inchinata perpetua al cospetto ossequioso della Regione.
Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 28 – 07/04/2020