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UN 71ENNE MORTO A TIVOLI, +25 CASI NELL’ASL ROMA 5 (427 I POSITIVI).

UN 71ENNE MORTO A TIVOLI, +25 CASI NELL’ASL ROMA 5 (427 I POSITIVI).

PROPOSTA DI LEGGE PER GLI OSPEDALI MONTANI: JENNE E’ IL 14° COMUNE A FAVORE (SUBIACO, INVECE, ANCORA NON CONVOCA IL CONSIGLIO COMUNALE)

“Asl Roma 5: 25 nuovi casi positivi. 9 pazienti sono guariti. Deceduto un uomo di 71 anni a Tivoli. 2080 persone sono uscite dall’isolamento domiciliare. 20 strutture per anziani del territorio sono state controllate”. Salgono così a 427 i positivi al coronavirus nei 70 Comuni dell’Asl Roma 5.

 

JENNE 14° COMUNE A FAVORE DELLA LEGGE SUGLI OSPEDALI MONTANI – Con la delibera “atto di indirizzo per il riavvio dell’iter normativo per attribuire all’ospedale Angelucci di Subiaco la qualifica di ospedale montano”, Jenne diventa il 14esimo Comune a chiedere al Consiglio regionale il recupero della norma del 2009.

La proposta, lanciata da “L’Aniene” il 4 febbraio scorso davanti alla Commissione Sanità della X Comunità Montana, è stata già deliberata dai Comuni di Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano, Licenza, Marano Equo, Olevano Romano, Rocca Canterano, Roiate, Roviano (domani è atteso il voto del Consiglio comunale) e Vallepietra.

Solo la maggioranza del Comune di Subiaco continua a dire no, nascondendosi dietro un falso ostacolo: “Oggi le tipologie di ospedale sul territorio nazionale sono disciplinate da un decreto ministeriale (d.m. 70) avente forza di legge. Per fare in modo che l’ospedale possa essere classificato come tale va cambiato quel d.m. di pertinenza del ministero alla Sanità. La Regione non può legiferare su ambiti dove c’è una legge statale”.

Una legge che il novello “Signor No” Pelliccia dimostra di non conoscere, considerato che è lo stesso Decreto Ministeriale 70, al punto “9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso”, a scrivere che: “Può essere prevista la funzione di Pronto soccorso, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000”.

Il Decreto Ministeriale 70, quindi, già contempla questa possibilità di concedere “la funzione di Pronto Soccorso” all’ospedale di Subiaco.

Però questa opportunità non venne sfruttata da Zingaretti nel 2014, quando declassò l’Angelucci a “Presidio di zona particolarmente disagiata” senza neppure lasciargli la precedente classificazione (la “sede di Pronto Soccorso” che ha sempre avuto): in quel modo avrebbe salvato il reparto di Terapia Intensiva, smantellato poi nel 2015 e trasferito a Colleferro dopo una spesa di un milione di euro.

Per questo motivo “L’Aniene” sollecita la riapprovazione della legge sugli ospedali montani: per ottenere quella deroga finora mai concessa dal presidente-commissario Zingaretti.

Chi non vuole quella legge, a differenza del 2009, quando tutto il Consiglio regionale disse sì, abbia allora il coraggio di chiedere alla Regione (a cominciare dai “sindaci per Zingaretti” che, in barba all’equidistanza istituzionale, firmarono in campagna elettorale un appello per la sua rielezione) ciò che il presidente non ha voluto concedere in questi 6 anni, negando la classificazione di sede di Pronto Soccorso all’Angelucci, che era già possibile mantenere nel 2014 con lo stesso Decreto Ministeriale 70.

Oppure abbiano il coraggio di pretendere da Zingaretti ciò che il governatore ha concesso 5 anni fa all’ospedale di Bracciano, quando lo unificò con Civitavecchia proprio per far superare la soglia degli 80 mila abitanti (anche Bracciano, come il distretto di Subiaco, è sotto la soglia indicata dal Decreto 70 degli 80 mila residenti: ne ha 56.300). E lo fece firmando un nuovo decreto ad hoc, il 197 del 21 maggio 2015, per “rimodulare l’offerta ospedaliera della ASL Roma F, in un Polo Ospedaliero Unificato (non contemplato dal Decreto Ministeriale 70, ndr) Civitavecchia-Bracciano, assegnando allo stabilimento di Bracciano, a seguito dell’incremento dei posti letto di area chirurgica, la funzione di Ospedale sede di Pronto Soccorso; e di rimodulare l’offerta di posti letto assegnando allo Stabilimento di Bracciano 57 posti letto”. Qui i “sindaci per Zingaretti”, a cominciare dal sedicente “civico” Pelliccia, non glielo hanno neanche mai chiesto o, men che meno, protestato per la disparità di trattamento subita.

Perché, sulla scorta del precedente Civitavecchia-Bracciano, nella Valle dell’Aniene da 5 anni la Regione avrebbe potuto costituire il Polo Ospedaliero Unificato Tivoli-Subiaco, riassegnando la classificazione originaria di ospedale sede di Pronto Soccorso all’Angelucci, i posti letto tagliati dal duo Polverini-Zingaretti e un reparto salvavita come la Terapia Intensiva che (solo oggi) tutti chiedono, ma senza prima reclamare la conditio sine qua non della cancellazione di quel declassamento subito nel 2014, che resta la condizione indispensabile per il raggiungimento del ripristino di quel reparto.

 

Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 30 – 09/04/2020