Zingaretti: “E’ atto a compensare la riduzione di apporto delle altre sorgenti”
I sindaci di Monte Compatri, Frascati, Monte Porzio Catone e Palestrina hanno vinto il braccio di ferro contro “l’Area concessioni della direzione regionale che, inspiegabilmente, non ritiene vi sia un’emergenza idrica alle porte e continua a non rilasciare l’autorizzazione” chiesta da Acea Ato 2 per effettuare maggiori prelievi alla sorgente del Pertuso. I sindaci avevano indetto una conferenza stampa spiegando, infatti, che “la Regione Lazio afferma che è possibile autorizzare un prelievo straordinario dalla fonte del Pertuso”. Bloccato solo da quell’“atteggiamento inaccettabile” dei funzionari. Ora piegati, però, dal decreto firmato il 24 luglio dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Con il quale è stata proclamata ciò che chiedevano i sindaci, “lo stato d’emergenza idrica”, fornendo proprio quell’ultimo requisito chiesto dalla direzione Area concessioni per dare il via libera alla maggiorazione delle captazioni al Pertuso. Che formalmente ancora non c’è, però si ravvisa “la necessità, da parte di Regione Lazio, di prendere in esame la succitata richiesta di aumento temporaneo della derivazione contestualizzandola nel quadro dell’emergenza sanitaria da COVID-19”. Eccola la parolina magica: l’emergenza sanitaria nell’emergenza idrica. Guarda caso “in particolare quelle zone alimentate dagli acquedotti del Simbrivio e della Doganella. Ne discende che la riduzione della portata delle sorgenti che alimentano l’acquedotto del Simbrivio determinerà, come rilevato dal gestore, un deficit stimato di circa il 20% del fabbisogno”. Al punto da indurre “l’Acea Ato2 a presentare una specifica richiesta di aumento temporaneo, della portata derivata dalla sorgente del Pertuso di 190 l/s. Tale richiesta è atta a compensare la riduzione di apporto idrico delle altre sorgenti che, alimentano l’acquedotto del Simbrivio, al fine di evitare pesanti disagi durante la prossima estate alla cospicua quantità di abitanti che vengono serviti nei 60 comuni alimentati da questo acquedotto”. E siccome “si devono necessariamente considerare le imprescindibili esigenze della popolazione e la derivante necessità di tutelare la salute pubblica, nonché un adeguato approvvigionamento idrico” e che “per la gestione dell’emergenza idrica e per il sostegno alle popolazioni e alle attività produttive sono indispensabili misure di natura straordinaria ed emergenziale”, la Regione chiede “alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, considerata l’intensità del fenomeno verificatosi ed i rilevanti danni causati, la dichiarazione dello “stato di emergenza”, con conseguenti sostegni finanziari e l’adozione di urgenti e straordinari provvedimenti dello Stato, finalizzati a fronteggiare adeguatamente la grave situazione emergenziale”.