La data è nell’ultimo decreto commissariale, ma la minoranza protesta solo per Palombara
Il 16 luglio scorso, “probabilmente a causa del maltempo che si è verificato nella città di Subiaco in questi ultimi due giorni, si è staccata una parte di intonaco del terrazzo esterno della REMS Castore. La squadra tecnica è prontamente intervenuta per la messa in sicurezza”, ha annunciato l’Asl Roma 5. Nell’ultimo decreto del commissario della sanità laziale prima dell’uscita dal piano di rientro la Regione ha scritto che “intende proseguire il monitoraggio dello stato di attuazione dell’utilizzo dei finanziamenti assegnati per gli interventi di completamento dell’attivazione delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) – sedi definitive – ovvero le REMS nella ASL FR (Ceccano, 40 p.l.), nella ASL RM5 (Ospedale Angelucci di Subiaco – 40 p.l.) e nella ASL Rieti (11 p.l.)”. Con l’apertura delle “Rems definitive secondo il seguente cronoprogramma: Rieti: entro il 31 dicembre 2019; Subiaco: entro il 31 maggio 2021; Ceccano: entro il 30 aprile 2022”. Delle 3 sedi, Subiaco è l’unico ospedale costretto a coabitare con una Rems, ma a nessuno pare interessare. Neanche alla minoranza del Consiglio regionale, che pare preoccuparsi soltanto della Rems provvisoria di Palombara Sabina: “Approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale del Lazio il nostro Ordine del Giorno che impegna la Giunta e l’Assessore alla Sanità a dare completa attuazione alla Casa della Salute di Palombara. Ci preme inoltre sottolineare che non condividiamo l’azione del nuovo direttore della Asl Rm5 di emanare l’atto aziendale con cui trasforma le REMS da provvisorie in definitive, senza coinvolgere l’amministrazione comunale di Palombara”, scrivono i consiglieri regionali Giancarlo Righini e Massimiliano Maselli (FdI).