L’A24 “carati”: il pedaggio a peso d’oro è aumentato del 227% in 15 anni di rincari

Ormai l’hanno ribattezzata l’A24 carati perché il pedaggio a peso d’oro della Roma-L’Aquila ha fatto complessivamente aumentare le tariffe del 227% in 15 anni di privatizzazione dell’autostrada, che ora arriva a costare fino a 12 centesimi al chilometro dopo l’ultimo rincaro scattato a capodanno (+12,89%). Prosegue la protesta di sindaci, sindacati, autotrasportatori e associazioni, con la petizione online che chiede di “revocare la concessione al gestore e rinegoziare termini nuovi e più convenienti per i cittadini” che ha superato le 100mila firme.

“IL 57% ALLO STATO” – Ma la società concessionaria, la Strada dei Parchi Spa, si difende ricordando che “è la legge che stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe, in base ad un mix di parametri che considerano il prezzo di concessione, pari a oltre 750 milioni di euro oltre interessi corrisposto in rate annuali, l’incremento del tasso di inflazione, il totale degli investimenti effettuati, gli ammortamenti e i costi di gestione. Per ogni euro di pedaggio incassato dalla Strada dei Parchi, solo 43 centesimi restano nella disponibilità della concessionaria per garantire la gestione e la manutenzione dell’infrastruttura, mentre i restanti 57 centesimi vanno a vario titolo allo Stato”. La società del Gruppo Toto ricorda “i lavori di riqualificazione dell’intera autostrada ereditata dalla vecchia gestione della Sara (vent’anni senza lavori di manutenzione). Tutte opere e investimenti senza tagliare un solo posto di lavoro e nonostante le rilevanti perdite di esercizio, alle quali è stato fatto fronte con importanti immissioni di capitale da parte degli azionisti (ad oggi circa 180 milioni di euro) e non certo con l’aumento dei pedaggi”.

RICAVI PEDAGGI +6,39% – Eppure, stando alla Relazione sulle attività autostradali del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, i ricavi da pedaggi sono aumentati del 6,39% nel 2016 (incassati 164 milioni e 722 mila euro) rispetto al 2015 (154 milioni e 834 mila euro). Quasi 10 milioni di euro in più di pedaggi ai caselli nel 2016, quando gli aumenti furono del 3,45%, quasi un quarto rispetto a quelli scattati quest’anno. Solo nell’ultimo decennio, infatti, la somma degli incrementi annui è stata del 43,39%, oltre 5 volte l’aumento complessivo dell’inflazione (+8,40%). Maggiorazioni del 13% in più della media nazionale, se si considera che i ministri che si sono succeduti alla guida delle Infrastrutture dal 2008 hanno autorizzato un aumento medio delle tariffe autostradali del 30%. Però Strada dei Parchi dice di essere “l’unica Concessionaria che corrisponde un prezzo di concessione all’Anas, pari a 55,9 milioni di euro ogni anno, ricavati, anch’essi, dai pedaggi”. Una tesi, però, che l’Anas respinge sin dal 2016: “Quello che tale società paga ad Anas non è un canone di concessione, ma una rateizzazione del prezzo di vendita della concessione. Invece che pagare tutto subito, la società optò per un pagamento dilazionato e a tasso fisso (dal 2001 versa annualmente ad Anas una rata a titolo di corrispettivo della vendita della concessione, relativa al prezzo da essa offerto in sede di gara: 1.450 miliardi di lire)”.

LE REAZIONI – “Ci auguriamo che il Governo intervenga in fretta per rivedere questo ulteriore spropositato aumento che grava sulle tasche dei pendolari e sui costi di produzione dei commerci e delle aziende del nostro territorio. L’uso dell’autostrada dovrebbe essere incentivato il più possibile attraverso misure opposte a quelle appena introdotte, anche per evitare che migliaia di automobilisti utilizzino quotidianamente la Tiburtina e attraversino i centri abitati delle nostre città, facendo aumentare i flussi di traffico ed incidendo negativamente sulla qualità dell’aria”, commentano i sindaci di Tivoli e Guidonia Montecelio, Giuseppe Proietti e Michel Barbet. Per percorrere i 21 chilometri dal casello di Tivoli alla barriera di Roma est il pedaggio è passato da 2 euro e 20 centesimi a 2 euro e mezzo (+13,6%). E per i 33 chilometri che vanno dal casello di Castel Madama a Roma Est ora si pagano 3 euro e 80 centesimi mentre lungo la A1, che non applica la tariffa montana, si pagano 2 euro e 20 per i 30 chilometri che separano Roma Sud da Valmontone.