Turisti aggrappati alla rete del cancello che separa i resti della Villa di Nerone, a Subiaco, dalla via per i Monasteri. Scene ordinarie di negata fruizione dei beni archeologici nella Valle dell’Aniene, nonostante l’attenzione dei tour-operator internazionali alla scoperta delle meraviglie del Lazio. Eppure sono anni che si promette la valorizzazione del sito archeologico neroniano. Nel 2011 l’allora sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro, annunciò “Un finanziamento di un milione di euro verrà destinato nel Lazio per la valorizzazione delle Ville Imperiali dell’Aniene. Gli interventi, che saranno sia di scavo che di manutenzione ordinaria e straordinaria, riguarderanno la Villa di Orazio a Licenza, quella di Nerone a Subiaco e quella di Traiano ad Arcinazzo Romano, tutti databili tra il I secolo a. C. e il I secolo d.C. La finalità del progetto – affermò il sottosegretario – si baserà sul carattere unitario che contraddistingue i tre ambiti archeologici, data innanzitutto da motivazioni storiche, culturali ed ambientali. L’intervento ha come finalità il miglioramento e il completamento delle opere di restauro e tramite un sistema integrato che interesserà anche Villa d’Este, Villa Gregoriana e il Santuario di Ercole Vincitore, recentemente riaperto al pubblico, l’offerta culturale e turistica del Lazio sarà notevolmente ampliata”. Quattro anni dopo fu il Comune di Subiaco ad annunciare “un risultato importante: dal 2016 la Villa di Nerone sarà aperta al pubblico secondo un calendario che presto verrà reso noto. Sono state inoltre presentate le volontà dell’immediato futuro per il quale l’Amministrazione ha chiesto il supporto della Soprintendenza: rendere fruibile l’altro suggestivo lato della Villa, a strapiombo sull’Aniene”. Ma nulla di fatto, fino al nuovo, ennesimo annuncio del maggio 2017: “Per la stagione estiva sono previste altre iniziative per agevolare ed incentivare il visitatore a raggiungere tutti i punti d’interesse del territorio, tra cui la Villa di Nerone che presto sarà riaperta al pubblico, in collaborazione con la Soprintendenza del Lazio”. Ma è l’ennesimo annuncio bruciato, probabilmente dal fantasma di Nerone…