La retromarcia temporanea, che ha fatto tornare ai pedaggi del 2017 (ma solo sino a fine 2018), non basta ai sindaci di Lazio e Abruzzo: “Il risultato ottenuto, pur se accolto con cauto ottimismo, è solo il punto di partenza per risolvere definitivamente l’annoso problema dei rincari autostradali, la cui risoluzione comunque passa per la ridefinizione del PEF. Nella riunione di Carsoli è stato ribadito che è necessario mantenere alta la guardia e vigilare sull’operato del Ministero affinché anche gli altri punti, oggetto delle reiterate richieste, siano accolti. Con una nuova missiva si è deciso di riportare all’ attenzione del ministro Toninelli anche le altre istanze che dovranno portare ad una riduzione “sostanziosa” dei pedaggi autostradali ed arrivare ad una tariffa equa ed adeguata ai territori di un’area interna già sufficientemente svantaggiata”.
LA CONCESSIONARIA – Per la società che gestisce A24 e A25 si tratta, infatti, solo di una “momentanea sospensione degli aumenti tariffari, pari al 12,89%, disposti con decreto interministeriale del 29/12/2017 ed entrati in vigore dal 1 gennaio 2018. Nel prossimo trimestre, quindi, la tariffa agevolata sarà quella vigente nel 2017. Concertata con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la sospensione, che durerà fino al 31 dicembre 2018, è suggerita dall’ascolto delle esigenze dell’utenza verso cui Strada dei Parchi è sempre stata sensibile”. Solo una magnanima concessione della concessionaria, dunque, secondo la società del Gruppo Toto la quale tiene, infatti, a “ricordare che solo con l’approvazione del nuovo Piano economico e finanziario (PEF), atteso da anni, previsto dalla Legge 228 del 2012, si potranno definire per il futuro pedaggi maggiormente attenti alle attese degli utenti e la realizzazione degli importanti interventi di messa in sicurezza antisismica di A24 e A25”.
I TIMORI PER IL 2019 – La sottolineatura della società concessionaria sulla “momentanea sospensione degli aumenti tariffari”, con la conferma subordinata “solo con l’approvazione del nuovo Pef” rilancia però i timori per il prossimo anno, già paventati dalla Cgil di Roma e Lazio: “Il rischio infatti è che a partire dal prossimo gennaio non solo vengano ripristinate le tariffe del 2018 ma che queste vengano ulteriormente aumentate per un rincaro totale pari al 25%”, avverte il sindacato. Tant’è che i 100 sindaci di Lazio ed Abruzzo, dopo la mobilitazione fino al sit-in di protesta sotto il Ministero delle Infrastrutture del 19 settembre scorso, chiedono “un tavolo per una ridefinizione dei criteri di concessione e garantire la riduzione definitiva ed adeguata dei pedaggi”. A partire dalla richiesta di “declassificazione del tratto urbano che va dalla barriera di Roma Est fino all’intersezione con la tangenziale est”. Oltre alla richiesta di “declassificazione da tratto montano a non montano di numerosi tratti della A24-A25”. Perché, concludono i sindaci, “i pedaggi autostradali sono oggi falsati da situazioni non veritiere”.
+43,3% RISPETTO ALL’A1 – Secondo la concessione vigente, infatti, si applica la “tariffa di montagna” sugli interi tratti autostradali: A24 Roma-L’Aquila-Teramo, “Pianura km 0 – Montagna km. 159,3”, compresi gli 11 del pianeggiante tratto urbano romano. Così come l’A25 Torano-Pescara: “Pianura km 0 – Montagna km 114,9”. Ma, con questa “tariffa di montagna” l’automobilista non ci guadagna: paga il 43,3% in più di pedaggio rispetto a chi transita sull’A1. Per lo stesso tragitto di 41 km, chi parte da Guidonia Montecelio (105 metri sul livello del mare) e raggiunge lo svincolo di Ponzano Romano-Monte Soratte (205 metri) sull’A1 paga 3 euro. Mentre chi imbocca il casello di Vicovaro (300 metri) sull’A24 e raggiunge la barriera di Roma Est (20 metri), paga 4 euro e 30 centesimi (fino all’altro ieri erano 4,90). Perché, nonostante la momentanea retromarcia sull’ultimo rincaro del 12,89%, restano però gli aumenti dei precedenti 14 anni di privatizzazione dell’A24 e A25, che hanno fatto aumentare complessivamente i costi dei pedaggi del 187%. Il Comune di Guidonia, il terzo più grande del Lazio, ha ora approvato all’unanimità la petizione lanciata dal Centro Agroalimentare di Roma alla Regione Lazio: “Sono i pedaggi più onerosi d’Italia: devono ridurli”.