Presentata il 29 ottobre scorso l’edizione 2019 della guida Ristoranti d’Italia di Gambero Rosso. Secondo i curatori della guida la cucina italiana è “Florida, variegata, “complessa”, interattiva, alle prese con un cliente che non perdona: l’enogastronomia nostrana sta ufficialmente archiviando la crisi. E la guida – come sempre – registra i fatti e prova a fornirne un’interpretazione funzionale per farsi servizio. Per capirci: ci sono quasi 300 novità su un turn over di 150 locali (circa la metà si tratta di chiusure o cambi di gestione). Inoltre: 437 indirizzi sono in Lombardia, regione traino per tutto il settore pure secondo le ultime statistiche, seguiti dai 315 del Lazio, dove la megalopoli romana concentra gran parte del business”. E, oltre ai 40 ristoranti indicati con le fatidiche “tre forchette”, ce ne sono altri 30 insigniti dei non meno prestigiosi “tre gamberi”. Tra questi solo 3 sono della provincia romana (i capitolini “Armando al Pantheon” e “Mazzo”) ed uno è della Valle dell’Aniene: “Sora Maria e Arcangelo” di Olevano Romano del pluripremiato chef Giovanni