Dopo Riofreddo, anche Jenne, Vallepietra e l’abbazia di Subiaco sono rimaste semi-isolate in seguito ai movimenti franosi del primo dicembre. E se a Jenne si sono dovuti inventare un “taxi pubblico”, ossia una navetta gratuita per alleviare i disagi dei residenti, a Riofreddo da un mese e mezzo gli anziani sono costretti a passare per Vallinfreda e Vivaro Romano prima di poter raggiungere il Poliambulatorio di Arsoli. Il grosso smottamento di terra proprio sotto il Monastero di Santa Scolastica, fatto chiudere dal Polo Museale del Lazio, ha di fatto isolato l’abbazia per una decina di giorni. Ma a Subiaco c’è allarme anche per i ruderi della Villa di Nerone, che distano appena cento metri dal punto della frana: è stato chiuso ai visitatori per un’altra lesione alla parete rocciosa che incombe dietro la folta vegetazione, con uno spessore di circa due metri. La Soprintendenza archeologica dell’area metropolitana e dell’Etruria ha “constatato con viva preoccupazione che le profonde lesioni della roccia calcarea, già in precedenza a forte rischio di crollo, si sono ulteriormente accentuate determinando un’ampia fessura obliqua alla base della prominenza che sovrasta il ninfeo absidato della Villa. Data la posizione, un eventuale crollo della medesima porterebbe, oltre che alla totale distruzione del ninfeo, all’inevitabile rotolamento di massi rocciosi sulla strada provinciale”.
L’EX PROVINCIA – “Voglio sgombrare il campo da facili polemiche che riguardano la frana che ha interrotto la percorribilità della strada provinciale 45/a Subiaco – Jenne – Vallepietra. Da Consigliere Delegato alla Viabilità ho subito chiesto al Dipartimento Viabilità di Città metropolitana di Roma di attivarsi per la rimozione dei detriti causati dalla frana. Immediatamente i tecnici si sono recati sul posto per le valutazioni e messa in sicurezza e da oggi sono iniziati i lavori per l’eliminazione dei detriti sulla strada e per la pulizia della scarpata. Assieme ai Sindaci di Jenne, di Subiaco e alla Regione Lazio, abbiamo convenuto che la stessa Regione provvederà alla progettazione e all’esecuzione dei lavori necessari al ripristino della scarpata. Per quanto di nostra competenza, abbiamo, come detto iniziato i lavori di rimozione delle macerie e dei materiali pericolanti e all’eventuale regimentazione delle acque. Solo dopo questo intervento sarà possibile verificare il rispristino della transitabilità”, conclude Marcello De Vito, delegato ai Lavori Pubblici dell’ex Provincia di Roma. Palazzo Valentini, però, dice di non avere fondi per Riofreddo: “La Città Metropolitana di Roma capitale ha comunicato gli esiti del controllo eseguito in località “Venagrossa” in data 02.11.2018, evidenziando la presenza di molti massi in precario equilibrio – per un’estensione di circa 2.000 mq – che rendono ancora impossibile la riapertura del tratto di strada provinciale, suggerendo di istallare una barriera paramassi di circa 60/70 metri lineari, il cui costo stimato è di circa € 200.000. Considerato che la Città metropolitana di Roma capitale ha comunicato che il problema non può essere risolto da essa stessa, abbiamo già interessato la Regione Lazio, richiedendo un tempestivo intervento risolutivo”, dice il sindaco, Giancarlo Palma. Ma, dalla Pisana, ancora non arrivano novità.