La Tiburtina risulta la seconda strada cittadina per numero di incidenti, secondo i dati dei vigili urbani. Ma, sul podio delle strade più sgarrupate della capitale, ci sono anche Nomentana e Prenestina, anch’esse vie ad alto tasso di sinistri, e la Collatina. E non stanno messe tanto meglio Tor Bella Monaca e Torre Angela. Due territori contigui, che sono delimitati dalle stesse due, affollate, arterie – via Casilina e via Prenestina – entrambe saldamente nella top-ten della Città eterna come numero di buche e incidenti. Quindi tutto il piano investimenti del Campidoglio, varato con il bilancio di previsione 2019, dovrà subire una visibile accelerazione. Interventi di manutenzione straordinaria anti-buche sono previsti per via della Magliana (2,5 milioni), via di Boccea (2 milioni), via di Torrevecchia (1,6), via della Borghesiana (1,9), via Tuscolana (da Porta Furba a piazza di Cinecittà) per un milione e 700 mila euro. Sulla Tiburtina è prevista la manutenzione straordinaria della corsia centrale, da via Portonaccio a via di Casal Bruciato. In centro l’amministrazione capitolina ha messo in programma il rifacimento di lungotevere Maresciallo Cadorna (800 mila euro), quella di via dei Cerchi (2 milioni) e la riqualificazione del sottopasso di via del Tritone (300 mila euro).
DUE RUOTE PROIBITE – Sulle strade della Capitale, nel frattempo, si contano oltre 5.000 sinistri l’anno con un veicolo a due ruote: 14 al giorno (sono 400 mila i centauri romani). Ottobre è il mese con più incidenti (10% del totale su due ruote), mentre a maggio si verificano più decessi (1 su 4). Durante il rientro serale casa-lavoro (17:00-21:00) si concentra il 31% degli scontri per moto e scooter, ma è nelle ore notturne (22:00-6:00) che si contano più morti su due ruote (34% del totale). È quanto emerge dallo studio “La sicurezza stradale nella Capitale delle due ruote”, realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI e presentato il 16 gennaio dall’Automobile Club Roma, che analizza la mobilità di moto e scooter, anche attraverso interviste su un campione di oltre 800 conducenti e rilievi dei comportamenti negli incroci più pericolosi.
I RISARCIMENTI – Nel 2018, in Campidoglio, è praticamente raddoppiato il “conto” dei risarcimenti per le buche, male atavico della Capitale e tarlo per i sindaci di ogni colore, che pure negli ultimi mesi sembra avere fatto più vittime del passato. Nel 2017 l’amministrazione di Roma aveva dovuto tirar fuori poco più di 7 milioni di euro, mentre nell’anno che si è appena concluso la cifra è lievitata fino a scavallare quota 13 milioni. Tra cause civili e azioni stragiudiziali, a Palazzo Senatorio e alla sua controllata Adir (acronimo di Assicurazioni di Roma) sono arrivate 4.500 richieste di risarcimento solo negli ultimi 12 mesi. Quasi tutte da automobilisti e centauri beffati da bitume e sampietrini, più qualche centinaio di pratiche per gli alberi che continuano a venir giù come birilli al primo sbuffo di vento. Sull’emergenza buche, il Codacons ha deciso di avviare una class action – la prima di questo genere – e finora ha messo insieme oltre 900 richieste di rimborso, più altri 80 tra conducenti e pedoni che hanno scelto di rivolgersi al Tribunale civile. Il Campidoglio, nella memoria presentata ai giudici della class action, ha scritto, tramite l’Avvocatura, che “la presenza sulle strade pubbliche di sconnessioni e altre irregolarità non costituisce un evento straordinario ma rappresenta, al contrario, una comune esperienza”. E proprio per questo “deve essere tenuta ben presente dagli utenti della strada, i quali hanno l’obbligo di comportarsi diligentemente per evitare pericoli”. Però la pensano diversamente all’Associazione familiari e vittime della strada: “È inaccettabile, un sindaco deve proteggere i suoi cittadini”.