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“Chi(rurgia) l’ha visto” il reparto? L’Asl rispetti il suo atto aziendale

“Chi(rurgia) l’ha visto?”. Per ritrovare il reparto perduto non basterà la Sciarelli all’ospedale di Subiaco. Della Chirurgia era stata minacciata l’asportazione sin dallo sciagurato decreto Polverini del 2010, poi il reparto è sopravvissuto fino al 2015, quando è stato dimezzato dal bifronte Zingaretti, che prima l’ha accorpato in un unico reparto con la Medicina nel decreto 368 e poi ha consentito all’Asl di renderlo autonomo nell’atto aziendale. “E’ stata istituita una unità operativa semplice per la Chirurgia distinguendola dall’unita semplice dipartimentale di Medicina”, esultò nel marzo 2015 il sindaco di Subiaco, che ora però tace davanti all’ennesimo bluff scoperto di una Chirurgia riportata al declassamento originario della sola “Day Surgery”, ossia la Chirurgia del giorno, ben lontana dalla “Chirurgia Generale e d’Urgenza” indicata nell’insegna di quel reparto, il cui rifacimento è costato 800 mila euro appena 2 anni fa (quando, sempre il solito annunciatore Pelliccia, assicurò: “dal prossimo 15 dicembre Subiaco diverrà il centro di riferimento aziendale in One Day Surgery per chirurgia”). Mai accaduto, ma l’Asl il 30 giugno 2018 rilanciò: “è stato dato incarico al Direttore del Dipartimento di Chirugia, dott. Sergio Cicia, di avviare a Subiaco un servizio di Day Surgery polispecialistico”. Ennesimo bluff, ripetuto ora con le stesse parole per il terzo anno consecutivo e senza alcuna vergogna: “il Direttore del Dipartimento chirurgico, dott. Sergio Cicia, su indicazione della Direzione, sta predisponendo le azioni necessarie al fine di trasformare l’Ospedale di Subiaco in un centro di eccellenza per la chirurgia in Day Surgery”. Abbiamo aggiunto una freccia alla foto di questa pagina per indicare che il reparto è “Chirurgia Generale e d’Urgenza” (non a caso il “Day Surgery Multidisciplinare” è ospitato nell’ala opposta di quel piano), anche se Regione ed Asl non ci hanno mai creduto sin dal 2015. Limitando da subito la tipologia degli interventi chirurgici, proprio a causa della mancanza del reparto di Rianimazione, a cui sempre Zingaretti ha staccato la spina nel 2015. Poi facendogli mancare i chirurghi, sempre sotto organico. E ora usano quei numeri, determinati dalle loro stesse privazioni, (servizio a pagina 2) per finire di condannare il reparto. Così, invece di rilanciarlo, lo amputano della Chirurgia generale, lasciandogli solo il moncherino del “Day Surgery”. Però cercando d’indorare la pillola, millantando un “centro d’eccellenza” che non c’è. Perché l’attività di “Day Surgery” può essere solo un utile complemento ma, se viene espiantata dall’attività generale e d’urgenza, serve ben poco a questo territorio, condannandolo a restare appeso alle ambulanze per tutte le emergenze-urgenze, e finendo di ingolfare Tivoli. A Bracciano, condannato inizialmente dagli stessi tagli inferti a Subiaco, Zingaretti nel maggio 2015 riassegnò, con un decreto ad hoc, proprio il potenziamento della Chirurgia (25 posti letto) insieme all’imprescindibile Terapia intensiva post-operatoria in grado di renderla pienamente operativa nel nuovo polo unico con Civitavecchia. Da 4 anni chiediamo pari-dignità, con un analogo trattamento per la costituzione di un polo Subiaco-Tivoli, però nel silenzio assordante dei sindaci, che non osano disturbare il manovratore Zingaretti. Ora almeno chiedano il rispetto dell’atto aziendale all’Asl, dove c’è scritto “Chirurgia generale e d’urgenza” (e non la sola “Day Surgery”), diffidandola dal compiere questa ulteriore amputazione ai danni dell’“Angelucci”.

 

Antonio Sbraga