“Ospedali lasciati dalla Regione senza risorse fondamentali”. La diagnosi è refertata dalla stessa Asl Roma 5 nel suo rapporto annuale sulle performance, che punta l’indice contro la Regione. Perché è proprio a causa del “ruolo complessivamente marginale attribuito agli Ospedali della Asl Roma 5 nel contesto delle reti regionali”, denuncia l’azienda. “In virtù della posizione marginale loro assegnata, gli ospedali della Asl Roma 5 saranno sempre più obbligati a trasferire i pazienti verso gli erogatori esterni e quindi, in sostanza, verranno forzati sempre più ad alimentare la mobilità passiva”. Ma vediamo, descritte dalla stessa Asl, le criticità dei 5 “Ospedali presenti sul territorio: sono arrivati ad un punto tanto critico da non riuscire più a gestire Ie proprie risorse”.
“MANCANO 2/3 DEI LETTI (-889 POSTI)” – “Gli Ospedali della Asl Roma 5, per la carenza di posti letto, si trovano a dover trasferire pazienti che potrebbero gestire autonomamente”. Perché nei 5 nosocomi mancano i due terzi dei posti letto previsti (889 in meno): “la Asl Roma 5 può contare su 431 posti letto per acuti a fronte dei 1.320 che dovrebbe avere sulla base del fabbisogno della propria popolazione”, denuncia l’azienda, il cui fanalino di coda è Subiaco con appena “29 posti letto attivi” (Monterotondo ne ha 42).
“3 RICOVERI SU 4 FUORI” – Il pendolarismo sanitario in cerca di un posto letto dai 70 Comuni è infatti arrivato a toccare i tre quarti dei ricoveri: il 74,4% dei degenti nel 2018 si è dovuto rivolgere agli ospedali di altre aziende. Un dato in costante peggioramento: l’anno scorso era al 74,1%. Perché “i Presidi pubblici della Asl Roma 5, nell’organizzazione regionale delle reti ospedaliere, hanno in generale la funzione di serbatoio di rifornimento dei centri romani di livello superiore. gli Ospedali pubblici non dispongono di risorse fondamentali che pure non riguardano le alte specialità ma Ia cura di patologie assolutamente comuni e che rappresentano le principali cause di mortalità (cerebropatie vascolari, neoplasie). Basti pensare all’assenza sul territorio di stroke unit (UTN I livello), radioterapia, Risonanza magnetica utilizzabile in urgenza”.
“EFFICIENZA IN CALO” – Per questi motivi “gli Ospedali della Asl Roma 5 mostrano un’efficienza pari a 0,71 (0,76 nel 2017 e 0,82 nel 2016). Attualmente essi coprono il 24,0% della domanda avendo avuto a disposizione il 33.6% delle risorse necessarie”.
E RIMBORSI AD ALTRE ASL – Carenze e trasferimenti che comportano minori fondi per l’azienda tiburtina: “la quota capitaria che la Asl Roma 5 riceve dalla Regione Lazio deve essere devoluta in misura sempre maggiore a favore di altre Aziende. La combinazione del fenomeno della mobilità passiva con quello della scrematura di mercato compromette così lo stesso equilibrio contabile della Asl ed impedisce nuovi investimenti chiudendo così un cortocircuito dagli effetti certo non virtuosi sotto il duplice profilo della qualità delle cure e del contenimento dei costi. Per quanto documentato in precedenza. il mantenimento e possibilmente l’incremento del patrimonio di posti letto diventa uno dei fronti decisivi per la tutela dei livelli di assistenza”.
“ASSENZA SERVIZI OBBLIGATORI” – L’Asl elenca anche la “Assenza di assistenza sub-intensiva ed intensiva polivalente. Non risulta istituita una unità operative di Terapia intensiva polivalente, pure obbligatoriamente prevista per un DEA di I Livello”, com’è Tivoli. Dove “l’assenza di sub-intensiva e intensiva polivalente priva la rete dell’emergenza delle camere di compensazione necessarie a decongestionare le terapie intensive per consentire loro di ricevere i pazienti degli Ospedali interni in misura maggiore di quanto accada oggi”. Oltre alla “assenza di servizi obbligatori. Manca a tutt’oggi un servizio di endoscopia d’urgenza attivo h24”.
2 SOLE RIANIMAZIONI – Dopo lo smantellamento del reparto a Subiaco nel 2015, i soli reparti di Tivoli e Colleferro non bastano nemmeno ai 2 nosocomi: “Le due Rianimazioni riescono con difficoltà a servire gli Ospedali dove sono collocate fisicamente”.