C’è voluta la chiusura del bar per veder tornare a scendere “in campo i sindacati per sensibilizzare la Asl sul problema del punto ristoro e velocizzarne la riattivazione”. Erano anni che non si vedeva una tale mobilitazione all’ospedale di Subiaco. Neanche davanti alla chiusura di reparti, posti letto (il 47%), ambulatori e servizi. L’ultimo taglio, addirittura, nel luglio scorso l’Asl l’ha proprio concordato con i sindacati, che hanno nientemeno che salutato “con soddisfazione l’accorpamento dei reparti di Chirurgia e Lungodegenza fino al 15 settembre”. Così il nosocomio sublacense ha finito per assottigliare la sua già misera dotazione di posti letto, fanalino di coda dell’intero Lazio: da 29 a 24. Gli ospedali da campo dispongono di più letti, l’estate è passata tra le ambulanze che trasferivano i ricoverati, ma chissenefrega: tanto sindacati e sindaci non protestano mai. O, meglio, quasi mai: perché toccategli tutto, ma non il loro Brail. Pardon, il loro bar: “anche il sindaco di Subiaco, Francesco Pelliccia, ha sottoscritto la petizione in difesa del bar”. L’Asl Roma 5 ha risposto prendendo, ancora una volta, in giro tutti: “si sta lavorando per la ristrutturazione del Pronto Soccorso con annesso bar: quali sono le priorità?”. Bella domanda, se solo fosse vera: non “si sta lavorando per la ristrutturazione del Pronto Soccorso”, perché il cantiere ancora non parte, in ritardo di mesi come quello per l’elisuperficie. Ma tanto ai sindacati e ai sindaci questo non interessa: però toccategli tutto, ma non il loro bar…
P.s. Solidarietà ai lavoratori del bar: “L’Aniene” da oltre un anno denuncia che all’esterno dell’ospedale di Subiaco (foto in basso) l’Asl tiene ammucchiate le tavole del chiosco-bar smantellato all’ospedale di Tivoli. Per trasportarlo a Subiaco, oltre allo “smontaggio del modulo prefabbricato”, l’Asl Roma 5 ha deliberato una spesa di ben “46 mila e 726 euro”: perché non lo utilizza per il servizio bar all’Angelucci?