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L’Editoriale: NON SI PUO’ MORIRE SULL’AMBULANZA 10 KM DOPO L’OSPEDALE

1) Perché la 1° ambulanza del CMR, arrivata a Subiaco dopo 3 ore, non ha caricato il 72enne, ripartendo vuota verso l’ospedale di Colleferro, dove era stata chiamata per un altro trasferimento in codice rosso?

2) Perché non è stata chiamata la 2° ambulanza del CMR, quella che parte solo “a chiamata” da Roma?

3) Perché l’Asl solo l’8 ottobre scorso ha deliberato “l’affidamento della riparazione” di una delle ambulanze del CMR, lasciata rotta “per circa 6 mesi in un’officina di Castel Madama”, nonostante le sollecitazioni del responsabile dell’autoparco aziendale, che il 27 settembre

scorso aveva evidenziato all’Asl “la necessità funzionale dell’ambulanza in dotazione, indispensabile all’attività sanitaria”?

4) Nel luglio scorso il commissario straordinario dell’Asl, Giuseppe Quintavalle, annunciando l’acquisto della nuova ambulanza (ma non si tratta di un Centro mobile di Rianimazione: è solo una navetta per il trasporto di pazienti e degenti che devono effettuare esami diagnostici in altre strutture), ammise che “La Asl Roma 5 è un’azienda complessa dal punto di vista territoriale, che offre i suoi servizi a 70 comuni, dislocati in un’area eterogenea, tra grandi città e piccoli comuni montani. Il trasporto è quindi un nodo fondamentale da sciogliere e questi interventi di potenziamento vanno proprio in questo senso”. E allora perché l’Asl ha abbandonato l’unica ambulanza di sua proprietà attrezzata come CMR “da circa 6 mesi presso l’officina”, nonostante fosse “indispensabile all’attività sanitaria”?

5) Perché l’ospedale di Subiaco, come già denunciato sul numero scorso da “L’Aniene”, è l’unico tra i 5 nosocomi dell’Asl Roma 5 a non essere dotato del supporto diretto di una propria navetta h24? Perché, a differenza degli ospedali di Tivoli, Monterotondo, Colleferro e Palestrina (tutti dotati di ambulanza “H24”), Subiaco ha solo una “Ambulanza H8 dalle ore 8 alle 16”?

6) Da 4 anni Subiaco è stato riconosciuto dalla Regione “Ospedale di Area Particolarmente Disagiata” proprio a causa della sua ubicazione territoriale montana e la particolare condizione logistica per raggiungerlo: perché l’Asl ha provveduto alla “trasformazione del servizio h12 in h24 a Monterotondo” e non anche a Subiaco?

7) Anche perché, come ammesso dalla stessa Asl nel suo rapporto annuale, “i trasferimenti dal Pronto Soccorso in continuità di soccorso avvengono in una percentuale decisamente superiore a quanto rilevato nella Regione Lazio. Il dato è eclatante per l’Ospedale di Subiaco” che però, nonostante questo dato, è stato paradossalmente privato di un proprio mezzo di trasporto dopo le ore 16, oltre ad essere stato dimezzato del 47% dei suoi posti letto negli ultimi 4 anni: perché?

8) Che senso ha, per la Regione, chiudere a Subiaco il Reparto di Rianimazione nel 2015, per poi spendere 405 mila euro l’anno per affittare l’automedica dai privati e aprire una nuova postazione in Piazza Ulderico Pelliccia? Il noleggio dell’automedica privata h24 a Subiaco, comprensivo dei due membri dell’equipe, costa infatti all’Ares 118 oltre mille euro al giorno (33 mila e 750 euro al mese, pari a mille e 125 euro al giorno). Non era meglio tenere aperto il Reparto di Rianimazione, vista anche la carenza di quei posti letto salva-vita ammessa dalla stessa Asl, col medico rianimatore in ospedale pronto per le urgenze anche dei degenti, invece di tenerlo in piazza Pelliccia a disposizione delle sole ambulanze del 118?

9) Il cantiere per l’elisuperficie, già in ritardo di quasi 4 anni (secondo il decreto 368 doveva essere attivata “entro il 31/12/2015”) è stato aperto solo nell’agosto scorso, ma i lavori sono fermi da oltre un mese: perché?

10) Sin dal Rapporto annuale 2013 l’Asl Roma 5 scrive che, “sulla base dei fabbisogni minimi stabiliti nella DCA 74/2010 (Rete dell’assistenza cardiologia e cardiochirurgia), si può calcolare che la popolazione della Asl Roma G necessiti ogni anno di 1.205 angioplastiche coronariche così distribuite: 289 per gli infarti, 434 per gli infarti, 482 per le forme di cardiopatia ischemica cronica. Tenendo conto che la stessa DCA 74/2010 stabilisce per i laboratori di emodinamica cardiaca un volume minimo di attività variabile da 600 PCI/anno a 1.000 PCI/anno se ne deduce che il bacino di utenza della Asl Roma G necessita di 1-2 centri di emodinamica cardiaca”. Perché la Regione Lazio non accoglie la richiesta, formulata da ben 6 anni dall’Asl Roma 5, autorizzando l’apertura di una seconda Emodinamica a Colleferro?

 

Antonio Sbraga