La Valle dell’AniEnalotto. Il comprensorio più povero della provincia romana si rivela abitato da un popolo di giocatori più che navigatori (i santi e i poeti appartengono ormai al passato). Il rapporto annuale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dello Stato sulla ripartizione del giocato, dell’erario e delle vincite, infatti, registra nel 2018 giocate complessive per un imponibile di oltre 215 milioni di euro nei 35 Comuni della Valle (i 5 borghi più piccoli non sono menzionati). Un imponibile che, al netto delle “vincite da contatore” e dell’erario, porta ad una spesa complessiva di oltre 58 milioni di euro. A svettare nella classifica (vedi tabella), ovviamente, sono i Comuni più grandi: Guidonia, Tivoli, Palombara, Subiaco, Castel Madama, Vicovaro, Olevano, Bellegra, San Vito e San Polo nella top-ten. A seguire c’è Agosta, che doppia addirittura i due Comuni che seguono ma dalle analoghe dimensioni: Affile ed Arsoli. I più “parsimoniosi” nei giochi a Canterano, in fondo alla classifica del comprensorio. Nell’intero Lazio, invece, sono stati giocati 7.828.729.874 euro, importo che, nella classifica nazionale, vede la Regione al secondo posto in Italia. Alle spalle della Lombardia (14.654.937.754 euro) e davanti a Campania (7.688.190.988 euro) ed Emilia Romagna (6.280.681.379 euro). Mentre in tutta Italia, prendendo in considerazione awp, betting exchange, big, bingo, comma 7, concorsi pronostici sportivi, eurojackpot, giochi di abilità, ippica internazionale, ippica nazionale, lotterie istantanee, lotterie istantanee telematiche, lotterie tradizionali, lotto, playsix, scommesse ippiche in agenzia, scommesse sportive a quota fissa, scommesse virtuali, superenalotto, v7, videolottery, winforlife, sono stati giocati 75.425.437.068 euro. Le vincite sono state pari a 58.060.008.519 euro, invece l’erario ammonta a 9.362.436.873 euro.
LA DIPENDENZA – Nell’ultimo Rapporto annuale appena stilato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione si sottolinea il boom della ludopatia, raddoppiata in un solo lustro: “I pazienti in carico ai SerD del Lazio per Disturbo da gioco d’azzardo sono in costante aumento negli ultimi 5 anni e in particolare nel 2018 sono più del doppio di quelli registrati nel 2014”. Mentre “nel 2018 nel Lazio sono 691 le persone trattate per il disturbo da gioco d’azzardo. Gli uomini costituiscono l’82% del totale con un rapporto maschi/femmine di 5:1”. E se l’età media è di 47 anni, risulta però “cospicua la proporzione degli ultrasessantenni (24.0%) e quindi anche quella dei pensionati (147 persone in condizione non professionale)”, avverte il Rapporto, che sottolinea: “Oltre il 30% riferisce un comportamento di gioco quotidiano; i circuiti utilizzati sono quelli del gioco legale per oltre l’85%”. Perché l’uso “più frequente è quello nelle sale da gioco con Videolottery o New Slot Machine”. Mentre il gioco on line “scommesse, poker e altro è riferito come comportamento di gioco prevalente da una proporzione residuale di utenti”.