Troppi gettoni extra ai medici (una media di 174 mila euro al mese), l’Asl Roma 5 ora è costretta a ridurre le “attività aggiuntive”, quelle che paga 60 euro l’ora in regime di libera professione ai camici bianchi disponibili alla copertura dei turni lasciati sguarniti dalle carenze degli organici. Due sole le deroghe allo stop: per la dialisi e la radiologia. Con il conseguente rischio di mandare in crisi tutti gli altri reparti dei 5 ospedali aziendali (Rianimazione, Chirurgia, Medicina, Ginecologia-Ostetricia e Pediatria), che sinora hanno colmato le carenze d’organico proprio grazie alle attività aggiuntive.
5 MILIONI IN 33 MESI – Negli ultimi 33 mesi l’Asl Roma 5 ha speso in gettoni extra ai medici 5 milioni e 758 mila euro, pari ad una media giornaliera di 5 mila e 816 euro fino al settembre scorso. Ma, continuando così, “l’ammontare della spesa per l’anno in corso si attesterebbe ad euro 2.350.479 decisamente superiore rispetto a quella degli anni 2018 e 2017”, ha scritto l’Asl ai primari dei suoi 5 ospedali. Quindi ora per l’Asl “diviene necessario operare una revisione ulteriore delle prestazioni aggiuntive, attenendosi esclusivamente all’utilizzo delle stesse per le criticità previste nei richiamati decreti (emodialisi, radiologia)”.
DIALISI A GETTONI – L’Asl Roma 5 ha dunque potuto dare il via libera ai turni di dialisi sino a fine 2019 solo grazie ai “progetti di attività aggiuntiva”, per ovviare ad un “organico attualmente sottodimensionato (6 sui 10 previsti)”. Il progetto costerà 82 mila e 800 euro per garantire 1380 ore tra gli ospedali di Colleferro, Subiaco, Tivoli e Palestrina.
“25% MEDICI A PARTITA IVA” – La Commissione Regionale dell’Emergenza dell’ANAAO Lazio, il sindacato dei medici ospedalieri, in base ad un censimento svolto nell’ottobre 2019, ha quantificato “nel Lazio una quota significativa di medici a Partita Iva. E’ una realtà totalmente assente nella Aziende Ospedaliere e nelle ASL di Roma Città (ASL Roma 1,2,3), mentre è molto importante nelle provincie (Latina circa 20%, Frosinone 20%, Viterbo 42%) e nella provincia romana (Roma 4 oltre 60%, Roma 5 circa 25%)”. Ma l’Anaao da tempo “stigmatizza l’utilizzo di medici non specialisti e non formati in PS, e ancor di più delle Cooperative”. E, conclude il segretario regionale Anaao Assomed Lazio, Guido Coen Tirelli, “ricordiamo che i concorsi espletati in alcune aziende del Lazio sono andati deserti e sicuramente la causa è da ricercarsi nelle condizioni disagiate dei Pronto Soccorsi per i quali erano stati autorizzati i concorsi (Frosinone, Roma 5); per ovviare codesta difficoltà si dovrebbe prevedere un premio economico per coloro che vanno nei luoghi disagiati”.