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L’EDITORIALE – Ma per l’ospedale di Subiaco c’è solo “fumo”

L’eredità del commissario straordinario Giuseppe Quintavalle è solo “fumo” per l’ospedale di Subiaco. Nel testamento lasciato dall’ormai ex capo dell’Asl Roma 5, che ha “un importo totale di 5 milioni e 930 mila euro di progetti approvati”, ci sono, infatti, solo “147 mila euro per il completamento e ampliamento dell’impianto di rilevazioni fumi per l’ospedale Angelucci di Subiaco” (ridotto come in questa foto). Ossia una miserissima quota pari ad appena il 2,5% dell’importo totale stanziato per gli altri 4 ospedali aziendali. Ed il contenuto del testamento, come accade per le persone, riflette spesso la considerazione che ha sempre avuto il de cuius quand’era in vita, o in sella all’azienda, come in questo caso. Basti vedere a cosa lascia Quintavalle nei decimati reparti di Chirurgia (servizio a pagina 9), Pronto Soccorso e laboratorio analisi. Per non parlare della farsa dei cantieri per l’elisuperficie e per il rinnovo del Ps. Il 24 luglio scorso il Comune di Subiaco per l’elisuperficie annunciò “lo svolgimento dei lavori senza alcun periodo di sosta, rispettando i tempi di consegna presunti, ossia entro 160 giorni dalla cantierizzazione dell’area”. Da allora sono passati 120 giorni ma di quella “base di atterraggio per elicotteri di soccorso posta all’ingresso del presidio ospedaliero” non c’è ancora alcuna traccia. Però il sindaco di Subiaco, come sempre, non fiata. Diversamente dai sindaci di mezza provincia, che nell’ultimo mese hanno protestato, ottenendo risposte da Regione ed Asl. Come nel caso di Anzio e Nettuno, che hanno convocato i consigli comunali in forma congiunta. Come i 17 sindaci della Valle del Sacco e dell’area Prenestina, che hanno costituito un tavolo permanente sulle carenze degli ospedali di Colleferro e Palestrina. O il sindaco di Frascati, subito incontrato dall’assessore regionale alla Sanità. Nella Valle dell’Aniene, invece, tacciono tutti, non solo i sindaci (ma il mutismo delle massime autorità sanitarie di Subiaco e Tivoli, Pelliccia e Proietti, è scandaloso).

 

Antonio Sbraga