Arcinazzo, permessi di soggiorno ai 5 “puniti” A Ciciliano uno dei 21 “centri d’accoglienza”

«Siamo fortunati, grazie alla provvidenza di Dio». Parole di 5 ragazzi nigeriani, passati in poco più di un mese dalla revoca dell’accoglienza al permesso di soggiorno. Ringraziano il Ministero dell’Interno che, dopo gli articoli di Avvenire, si è mosso per risolvere una situazione che li aveva fatti finire per strada, salvati solo dall’intervento di don Onofrio Cannato e della comunità della parrocchia ‘Beata Maria Vergine Refugium Peccatorum’ agli Altipiani di Arcinazzo. Dove vivevano da 8 mesi in un Cas gestito dalla cooperativa ‘Tre Fontane’, assieme ad altri cento richiedenti asilo. All’inizio di gennaio erano scesi per strada protestando per i gravissimi ritardi nelle pratiche per la richiesta di asilo e per le condizioni di vita nel centro, prima un albergo fallito e poi due villette. Per quella protesta erano stati ‘puniti’ in cinque, con la revoca dell’accoglienza, finendo per strada. Intanto al Cas degli Altipiani la situazione è migliorata, almeno per i bagni, non più uno ogni 12 persone ma uno ogni 5.

IL BANDO – C’è anche una società di Ciciliano, la Cenerella Snc, tra i 21 ammessi al bando per ospitare fino a 8199 richiedenti asilo fra Roma e provincia. “In considerazione del perdurante straordinario afflusso di cittadini stranieri che interessa l’intero territorio nazionale”, infatti, la Prefettura di Roma ha ammesso 21 richieste per il bando di gara lanciato a fine 2017 “per l’affidamento del servizio di accoglienza in strutture temporanee di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale” sino a fine 2019. Si prevedono 125 posti in più nei Centri d’accoglienza straordinaria (Cas) contro gli 8074 del 2017. La destinazione indicata dal bando è Roma per 2160 stranieri e il resto della provincia per i rimanenti 6039. La quota massima quotidiana riconosciuta dalla Prefettura per l’ospitalità di ciascun migrante sarà di 35 euro al giorno, con un costo presunto complessivo di 356 milioni e 123 mila euro sino a fine 2019. I 21 ammessi alla procedura (2, invece, gli operatori esclusi) dovranno assicurare la “Fornitura dei pasti, dei servizi di gestione amministrativa, assistenza sanitaria e generica alla persona; il servizio di pulizia e igiene ambientale e la distribuzione di beni (effetti letterecci, vestiario, kit per l’igiene, pocket money, etc)”.

“NO INCREMENTI A ROMA” – Il leggero aumento delle presenze non riguarderà, però, la città eterna. “Si è inteso preservare da ogni incremento di ospiti Roma Capitale rispetto alle presenze di stranieri già attualmente accolti nel circuito di prima accoglienza- spiega la Prefettura- Tale valutazione scaturisce dalle medesime esigenze che hanno portato il Prefetto ad istituire” nel luglio scorso una “Cabina di regia” con il compito di sviluppare percorsi condivisi per le gestione dei processi di accoglienza, inclusione e integrazione dei migranti nel territorio di Roma Capitale. “Pertanto appare opportuno cristallizzare nel bando il numero totale di posti per il lotto di Roma Capitale in misura pari agli attuali 2.160”.

I TETTI IN PROVINCIA – “Ove il numero e la frequenza degli arrivi di migranti nel territorio nazionale rendano necessario, come accaduto in passato, un incremento delle capacità ricettive della struttura di accoglienza, farà ricorso agli aumenti di prestazione rapportati al numero maggiore di presenze nel centro fino al massimo previsto”, avverte la Prefettura. Si potranno ospitare fino ad un massimo di 100 richiedenti asilo nei borghi inferiori alle 3mila anime, con il limite che sale a 200 per i municipi fino a 15mila abitanti ed a 300 per i centri con oltre 15 mila residenti.

CAS E SPRAR – Nei 43 Comuni del Lazio che hanno già attivato gli Sprar (con 4313 ospiti) non è possibile aprire questi nuovi Cas previsti dal bando della Prefettura. I Cas già operativi fino allo scorso anno contavano 3683 posti, di cui 1782 a Roma, come quantificato dal 12esimo Rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni.