Asl, la Roma 5 è da “ricovero”. Perché è l’unica azienda sanitaria del Lazio che, per fronteggiare l’urgenza del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, ha mandato in emergenza i reparti di Medicina, Chirurgia e Ortopedia, bloccando i ricoveri ordinari d’elezione sin dal 16 dicembre scorso e finendo così d’allungare le liste d’attesa per gli interventi e i ricoveri programmabili, aumentando la già alta mobilità passiva verso le strutture sanitarie di altre Asl. Con 10 infermieri in “affitto” per un mese, presi però solo per colmare i buchi degli organici di Colleferro, Palestrina e Tivoli: nel presidio tiburtino le carenze di personale hanno mandato in “fibrillazione” il reparto di Cardiologia (come la Medicina a Subiaco: servizio a pagina 3).
BLOCCO DEI RICOVERI NON URGENTI – Dal 16 dicembre scorso, “per tutti i presidi aziendali, fino al termine del periodo di emergenza” è scattato il “blocco dei ricoveri di elezione in regime ordinario dei Reparti di Medicina, Chirurgia e Ortopedia negli ospedali di Tivoli, Colleferro, Palestrina, Monterotondo e Subiaco”. La misura, unica finora in tutto il Lazio, è stata adottata nell’ambito del “Piano di interventi urgenti per il periodo invernale ed il sovraffollamento in Pronto Soccorso”. Ma per dare priorità ai ricoveri provenienti dai Pronto soccorso nelle altre Asl non è scattato il blocco dei ricoveri ordinari, privilegiando l’opzione dei letti aggiuntivi (“Sono stati ad oggi attivati 243 posti letto aggiuntivi e ne sono previsti ulteriori 231 che verranno attivati seguendo la curva del picco influenzale”, ha quantificato il 14 gennaio l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato). Ma, nella Roma 5, sono stati previsti solo 13 letti in più (“4 a Tivoli, 6 a Colleferro e 3 a Palestrina”, dove sono stati riservati 25 posti ordinari “per i pazienti oncologici in lista operatoria”). Eppure, nei 5 nosocomi, mancano già i due terzi dei posti letto previsti (889 in meno): “l’Asl Roma 5 può contare su 431 posti letto per acuti a fronte dei 1.320 che dovrebbe avere sulla base del fabbisogno della propria popolazione”, ha denunciato la stessa azienda nel suo ultimo rapporto annuale. E così, in questo periodo emergenziale, finirà d’aumentare il pendolarismo sanitario in cerca di un posto letto dai 70 Comuni del quadrante est dell’hinterland, che è già arrivato a toccare i tre quarti dei ricoveri: il 74,4% dei degenti residenti nel territorio dell’Asl Roma 5, infatti, nel 2018 si è dovuto rivolgere agli ospedali di altre aziende.
TIVOLI, UTIC IN SOFFERENZA – Cardiologia in “fibrillazione” a causa della “grave carenza di personale medico specialistico ed infermieristico si rischia di procedere a singhiozzo- denuncia la Cisl- e, in certi casi, già non si è riuscito a garantire le attività di Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica) ed Emodinamica”. Com’è accaduto negli ultimi mesi del 2019, quando “l’attività di cardiologia interventistica è stata più volte sospesa perché l’emodinamista di turno deve garantire la carenza di organico nelle sezioni cliniche di reparto e ambulatoriali Utic-Cardiologia per gli ospedali di Tivoli e Colleferro”, ricorda il segretario territoriale della Cisl, Dimitri Cecchinelli. Ma l’Asl Roma 5 rassicura: “L’Utic e la Cardiologia dell’ospedale di Tivoli sono attualmente pienamente operativi”, ha ribattuto il direttore sanitario del “San Giovanni Evangelista”, Francesco Vincenzi. Anche se restano i problemi degli organici: “la situazione si presenta veramente complessa, con il personale medico sottoposto a prolungamenti di orario fuori da ogni limite contrattuale previsto- conclude Cecchinelli- L’intero reparto presenta anche un numero di infermieri turnisti assolutamente inadeguato, dal punto di vista numerico, al fabbisogno reale, e demansionato visto che nel reparto non è presente il giusto numero di figure di supporto”.