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L’Asl attiva la seconda ambulanza con rianimatore, ma solo “per 15 giorni”

Nella più estesa Asl del Lazio (1.813 Kmq) da anni si denuncia l’inadeguatezza di un solo “Centro mobile di rianimazione” (CMR), ossia l’ambulanza con medico rianimatore a bordo per i trasporti dei degenti critici in codice rosso tra i 5 ospedali aziendali. Il 13 novembre scorso è approdato in Consiglio regionale il caso del degente 72enne, morto sull’ambulanza (attesa 6 ore) 10 chilometri dopo aver lasciato l’ospedale di Subiaco per essere trasportato a Roma per un intervento urgente al cuore. Anche perché quel trasferimento era stato negato 3 ore prima dal Centro mobile di rianimazione che, giunto all’Angelucci, aveva proseguito per l’ospedale di Colleferro in seguito ad altra chiamata da codice rosso. Alla Pisana, rispondendo all’interrogazione della consigliera Francesca De Vito (M5S) sulla carenza dei centri mobili di rianimazione nell’Asl Roma 5, l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, aveva assicurato che “Rispetto alla interrogazione, che chiede di conoscere se effettivamente questa ambulanza per il trasporto secondario protetto è entrata in servizio, questa è stata acquistata il 18 luglio ed è entrata in servizio il 25 luglio quando è stata immatricolata. La risposta al quesito è una risposta positiva e di queste ambulanze dei trasporti secondari non ve n’è solo una, ma sono due ambulanze, una per il presidio Colleferro-Palestrina e l’altra per il presidio Tivoli-Subiaco-Monterotondo. Ripeto, per i trasporti secondari. La nuova ambulanza ha già effettuato circa 130 trasferimenti dal momento in cui è entrata in servizio. Alla luce di quanto evidenziato dalla comunicazione della Direzione generale si può valutare come il servizio di trasporto secondario sul territorio della Asl RM/5 con questa entrata in servizio della seconda ambulanza sia aumentato e sono migliorate anche le performance che riguardano i trasporti secondari”. Ma non era così: solo dal primo gennaio, infatti, “il secondo Cmr, in via sperimentale, è presente all’ospedale di Palestrina per 15 giorni”, ha comunicato l’Asl Roma 5. Ed associazioni e sindacati chiedono che la sperimentazione venga confermata, “perché una sola ambulanza per trasportare i degenti gravi fra 5 ospedali da nord a sud del quadrante est della provincia non può più bastare”.