Ai tempi del coronavirus, di Covid-19 ormai ne sentiamo parlare tutti i giorni, da esperti e meno esperti, di resilienza anche! Ma abbiamo veramente compreso di cosa si tratti e di quanto ci possa esserci utile? Cosa si intende davvero per resilienza? Da dove ha origine questo termine? Bene! Il termine è preso in prestito dalla fisica e ci indica la capacità di un materiale di resistere ad un urto, assorbendo l’energia che può essere rilasciata in misura variabile dopo la deformazione. Preso in prestito dalla psicologia, esso rappresenta la capacità di far fronte positivamente agli eventi traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita davanti alle difficoltà. Ecco allora che la difficoltà diventa un’opportunità di crescita, un’opportunità evolutiva, se gestita con resilienza. Oggi, in una quotidianità, in cui rischiamo di essere sopraffatti da paure ed angosce profonde, in un tempo in cui regna il senso dell’incerto, questa capacità ci è particolarmente d’aiuto in quanto capace di attivare quelle capacità di gestione dello stress, che ciascuno di noi ha a disposizione all’interno del proprio repertorio di risorse personali. Il primo passo è richiamare la consapevolezza della nostra forza interiore, ossia di quella forza vitale che si attiva tanto più ci sentiamo in difficoltà o in pericolo. Facendoci guidare da essa ed entrando in risonanza con ciò che sta dentro di noi, possiamo allora renderci conto che, contrariamente al senso di impotenza che stiamo sperimentando di fronte agli accadimenti esterni, abbiamo in realtà tanto da fare. Ed è proprio il fare che può trarci in salvo. Un fare sereno, che può realizzarsi nel prendersi cura di chi abbiamo accanto o di chi sentiamo in questo momento possa aver bisogno di noi, nel riattivare la nostra creatività, nell’andare alla ricerca del bello che ci circonda, nella cura non ossessiva, ma amorevole ed equilibrata del nostro corpo, che non è solo un involucro da mostrare ed esibire, ma lo strumento necessario per permettere alla nostra Autenticità di esprimersi e realizzare se stessa. Ciò che possiamo fare in una giornata è tanto, ma dobbiamo anche saperlo fare. Il fare tanto per passare il tempo serve a poco! Deve essere un fare alimentato dalla curiosità, dalla voglia di sperimentarsi ancora, un fare attivo, creativo, non ripetitivo, né monotono. Va bene organizzarsi la giornata, scandendola con una serie di impegni, ma nessuna giornata dovrebbe essere la fotocopia dell’altra. La routine non va bene. Ogni giornata dovrebbe avere il suo elemento di novità per essere vissuta in maniera leggera e soddisfacente. Ogni giornata dovrebbe contenere il gioco, la risata, dovrebbe essere arricchita dal vestirsi bene anche se si sta in casa, dalla cura del nostro ambiente, sì da poterlo vivere come conforto e rifugio e non come gabbia. Ecco questo significa essere resilienti e capaci di accogliere anche i vissuti negativi, che inevitabilmente ci invadono e di gestirli con la consapevolezza di chi sa che, un ostacolo, posto davanti al proprio cammino, lungi dall’essere un muro che blocca, può, diventare, se si crede nella propria forza per arrampicarcisi sopra, quel trampolino di lancio verso la realizzazione di altro di Sé.
Laura Checchi
Psicologa e Psicoterapeuta