L’apertura della Rems all’interno dell’ospedale di Subiaco è avvenuta quasi 3 anni fa: era il primo luglio 2015. E ora l’Asl, come l’indimenticabile Massimo Troisi, “ricomincia da tre”, erigendo un muro di cinta con inferriate da vero carcere. Anzi, di più, al confronto con questa foto che vedete, scattata davanti alla recinzione esterna del carcere di Latina, che risulta in tutta evidenza ben meno opprimente e d’impatto di quella che cinge ora il nosocomio sublacense. Perché la costruzione è arrivata quasi 3 anni dopo l’apertura della Rems? Se serviva davvero, occorreva erigerla nel 2015, invece di lasciare la struttura sguarnita di sicurezza esterna in questi quasi 3 anni. L’ultimo caso di evasione reso noto alle cronache risale al settembre scorso, ma avvenne “nel corso di un’attività motoria autorizzata dall’Autorità Giudiziaria svolta all’esterno del complesso: è riuscito ad eludere la vigilanza del personale sanitario dandosi alla fuga nelle campagne circostanti”, così ricostruirono ufficialmente l’accaduto i carabinieri. Cos’è cambiato, quindi, in questi 3 anni? La propaganda elettorale per le ultime regionali di “Zingaretti presidente” è stata addirittura capace di spacciare per un servizio dell’ospedale la Rems, nella brochure intitolata “la nuova sanità a Subiaco”: “aperti servizi migliori: la Rems”. Indicando “10 milioni di investimenti” (l’80% dei quali sono statali, riservati alla struttura psichiatrica giudiziaria, che nulla ha a che spartire con il nosocomio) per “un nuovo volto per l’ospedale”. Sì, col nuovo muro di cinta e le inferriate da carcere: se questo è un ospedale… Quaranta anni fa questa struttura venne inaugurata dal presidente della Repubblica Sandro Pertini, che nel carcere della dittatura fascista venne recluso per anni. Evase due volte e, se nel 1978 gli avessero fatto vedere queste inferriate erette adesso, quel nastro tricolore a Subiaco non l’avrebbe di certo tagliato.