Romanina, dai Casamonica a casa di tutti: 2 ville confiscate al clan tornano ai cittadini

Due ville confiscate ai Casamonica tornano ai cittadini. Gli immobili su più piani e terreni in via Roccabernarda, nel quartiere Romanina, che si estendono per migliaia di metri quadrati. Una, occupata abusivamente anche dopo il sequestro, è stata letteralmente vandalizzata. Ora i due beni dei Casamonica sono stati confiscati e saranno restituiti alla collettività.  La famiglia di sinti, un migliaio di affiliati circa, opera in tutta la zona sudest della città, dalla Romanina ad Anagnina a Torre Angela a Tor Bella Monaca ai Castelli Romani. E non solo: il regno dei Casamonica si estende da Ciampino a Frascati fino all’alta Ciociaria. Senza dimenticare i loro legami di parentela con l’altro clan nomade, quello degli Spada, plenipotenziari di Ostia. Le carte di Mafia Capitale, inoltre, hanno portato alla luce una ‘collaborazione’ del clan nella gestione degli affari di Carminati e Buzzi nel campo nomadi di Castel Romano. Nel 2015, quando esplosero le polemiche per il funerale di Vittorio Casamonica, l’attuale capo della Polizia e allora prefetto di Roma Franco Gabrielli disegnò in Commissione Antimafia la mappa criminale di Roma. “Sono attive – disse – affiliazioni delle tre mafie storiche, ognuna in zone precise, il che lascia supporre un accordo spartitorio sia per zone che per interessi”. La ‘Ndrangheta in particolare, con le famiglie del vibonese, del crotonese e del reggino impegnate a riciclare il denaro tramite l’acquisizione di immobili e negozi, ha stretto rapporti proprio con i Casamonica. La famiglia, aggiunse sempre in quei giorni il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti è “certamente una cosca criminale, espressione di criminalità organizzata”. Il 17 luglio scorso 37 persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando Provinciale di Roma con l’accusa di aver costituito e preso parte all’associazione mafiosa denominata “clan Casamonica”. L’inchiesta dei carabinieri, coordinata dalla Dda della procura di Roma, è storica: è la prima volta che al clan rom viene contestata l’associazione mafiosa. Tra i fermati, anche il boss Giuseppe Casamonica e il pugile Vulcano. E intanto i due giovani baristi romeni del Roxy Bar, alla Romanina, che lo scorso aprile hanno deciso di denunciare l’aggressione e le prepotenze subite da alcuni componenti del clan dei Casamonica mentre stavano lavorando e che ha permesso l’arresto dei responsabili del violento raid ora sotto processo lanciano un appello: “Vorremmo crescere i nostri due figli da cittadini italiani”. Appello ripreso da Giuseppe Giulietti presidente della Fnsi, firmato da decine di associazioni a cominciare dalla Federazione nazione della stampa e dall’Ordine dei giornalisti e inviato al Quirinale: “Certi gesti possono infondere coraggio, convincere gli altri che cambiare è possibile. Sono gesti e sogni che meriterebbero una ricompensa, anche se non la chiedono- si legge nel testo consegnato al presidente Sergio Mattarella- Adesso tocca alle Istituzioni riconoscere il senso civico di Roxana e Marian, il loro gesto sottolinea i principi di integrazione e di convivenza, conferendo loro la meritata cittadinanza italiana”.