Nel bilancio consuntivo il Policlinico Tor Vergata ha quasi dimezzato le perdite rispetto allo scorso anno: ha chiuso con un disavanzo di 24 milioni e 901 mila euro rispetto ai 41 milioni e 793 mila euro del 2016. Ma al nosocomio continua a mancare un terzo dei posti letto previsti dagli standard, “in un ambito territoriale con 2 posti letto per acuti per mille abitanti”, la principale delle criticità ammesse dalla stessa azienda. La quale lamenta, nella relazione che accompagna il bilancio, che “al policlinico sono stati riconosciuti 557 posti letto complessivi tra ordinari e day hospital attualmente però, a causa del parziale completamento della Torre 8, i posti letto funzionanti sono 504, che non sono sufficienti per soddisfare il rapporto di 3 posti letto per acuti per mille abitanti previsti dallo standard nazionale”. Per non parlare dei 4 milioni di euro attesi da 9 anni, quelli che “la Regione Lazio ha concesso per l’approntamento di 80 posti letto di area medica per adulti e 16 posti di terapia intensiva. A tutt’oggi il suddetto finanziamento non è stato ancora erogato dalla Regione Lazio”. Alla Pisana l’azienda ricorda anche che “contabilizza nel suo bilancio 10 milioni e 200 mila euro per oneri relativi ai mutui accesi dall’Ateneo di Tor Vergata per l’edificazione e il completamento dell’ospedale e riaddebitati al policlinico. Tale fattispecie risulta unica nella Regione Lazio”, lamenta il direttore generale, Tiziana Frittelli. Nella relazione sulla performance, invece, tra le principali criticità del policlinico l’azienda indica il “sottoutilizzo di sale operatorie e dell’area radiologica, ad eccezione delle Pet”. Ma anche ad una “degenza media delle medicine sopra soglia regionale, compresa la medicina d’urgenza”, la ancora “incompleta formulazione di percorsi clinici organizzativi interni” e la “difficoltà derivante dalla complessità dei percorsi decisionali a causa della contestuale presenza di 2 enti giuridicamente distinti (azienda e fondazione)”.