I Pronto Soccorso di Tivoli e Subiaco sono costretti a funzionare come un vecchio juke-box, solo grazie agli anestesisti ingaggiati a “gettone (ha infatti dovuto reclutare rianimatori da 60 euro l’ora o da 480 euro per coprire ogni turno di guardia notturna)”, oppure con le ore di lavoro incrementate in extremis ai medici precari. Perché “non è possibile garantire le attività istituzionali facendo ricorso ai dirigenti medici anestesisti attualmente in servizio”, che sono “di gran lunga inferiore alle necessità di questa azienda”, scrive l’Asl, costretta a deliberare “per i prossimi 90 giorni una quota pari a 1100 ore mensili da destinare all’attività in aggiuntiva per i presidi aziendali”. Dove, pur di “colmare in parte la grave carenza di dirigenti medici per i Pronto soccorso” l’Asl Rm 5 ha dovuto chiedere “con urgenza l’incremento a 38 ore settimanali” dei medici con contratto a tempo determinato perché, anche in questo caso, “considerata l’attuale situazione di carenza di dirigenti si rende impossibile l’organizzazione del lavoro per i turni di guardia istituzionali”.
GLI ANNUNCI DI OTTOBRE – “All’Angelucci di Subiaco, che non vedeva questo ingresso di personale da quasi quindici anni, da settembre ad oggi hanno preso servizio quattro anestesisti e tre chirurghi”, esultò 3 mesi fa l’Asl. Ma si trattava di contratti a tempo determinato, che alcuni camici bianchi hanno anche rifiutato: 11 anestesisti idonei “su 14 candidati in graduatoria, non hanno accettato l’incarico a tempo determinato”, scrive ora l’Asl. La quale, nell’aprile 2016, aveva invece annunciato “l’arrivo di 5 anestesisti a Subiaco”. Un ritardo che, nell’agosto scorso, ha obbligato l’Asl a dover affidare ad una società privata la copertura dei turni anestesiologici a ben mille euro al giorno. Intanto è in ritardo di 15 mesi l’annunciata “realizzazione di 2 posti di sala rossa per l’attività di rianimazione”, prevista nell’ambito del “rinnovo dell’area del Pronto Soccorso e dell’Area dell’Emergenza”, che era stata promessa “a partire dal 1 ottobre 2016. Per non parlare delle 2 candeline spente a fine 2017 per un’elisuperficie che a Subiaco doveva essere attivata “entro il 31 dicembre 2015”. Nel novembre scorso la Regione ha annunciato che le “procedure sono al via”, ma il ritardo accumulato è ora di ben 25 mesi.
“MACCHINARI GUASTI” – “Desta particolare attenzione il caso dell’ospedale di Subiaco. Infatti, all’Angelucci da oggi i cittadini della Valle dell’Aniene, circa 40 Comuni, non possono effettuare elettrocardiogramma né installare l’holter, né usufruire di una visita ortopedica. E questo avviene perché i macchinari mancano o sono guasti, e perché il medico ortopedico è presente solo una volta a settimana. Quindi, a parte le tante chiacchiere del Governatore, questa è la sanità laziale. La pratica, fatta di disagi e disservizi incontrati sempre più frequentemente dai cittadini, è decisamente distante dalla teoria, dagli annunci del Presidente della Regione”, denuncia Antonello Aurigemma (FI), vice presidente della Commissione Salute della Regione.
LE PROTESTE PER IL VITTO – Le lamentele per la qualità dei pasti serviti negli ospedali di Tivoli e Subiaco trovano un appiglio indiretto dalla sentenza, confermata dalla Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso dell’imputato, legale rappresentante della stessa società di catering che ha l’appalto nell’Asl Roma 5. Un degente, mentre era ricoverato all’ospedale San Giovanni di Roma, aveva denunciato d’aver ricevuto una minestrina rancida, avariata, immangiabile. Così ha ottenuto un risarcimento da dodicimila euro.