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La Regione commissaria l’Asl Rm 5: è il terzo cambio in 3 anni prima dello smembramento

La Regione “delibera di disporre il commissariamento dell’Azienda sanitaria locale Roma 5 e prevedere con un successivo decreto alla nomina del commissario straordinario”. La porta girevole del piano più alto dell’Asl Rm 5 torna ad azionarsi solo 2 anni dopo l’arrivo del direttore generale Vitaliano De Salazar, che aveva preso il posto del predecessore Giuseppe Caroli, rimasto poco più di un anno. La nuova nomina dovrebbe essere appannaggio dell’attuale direttore dell’Asl Roma 4, Giuseppe Quintavalle. Il manager, però, non pare destinato a lasciare il vertice dell’azienda di Civitavecchia: potrebbe, dunque, fare la spola con Tivoli in qualità di commissario straordinario, con due poltrone per uno da est a ovest. Una prospettiva già bocciata duramente dal Tribunale per i diritti del malato del Lazio: “un solo Commissario non può gestire due Asl come la Roma 4 e la Roma 5, perché sarebbe a mezzo servizio su due Asl territoriali molto delicate”, avverte il segretario regionale, Elio Rosati. Il Tdm ricorda anche alla Regione che “nel febbraio scorso è stata emessa una sentenza di primo grado da parte della Corte dei Conti dove il Dg dell’Asl Roma 5 è stato condannato al pagamento di 2.700.000 per danno erariale quando era dirigente presso Ares 118. Ed ora, chi ha gestito male l’Asl Roma 5, viene spostato alla Asl Roma 3. Chiediamo alla Regione- conclude Rosati- se appare logico che un direttore generale debba governare una Asl come Dg e un’altra (la Roma 5), che è già affondata dal punto di vista dei diritti e che avrebbe bisogno di persone a tempo pienissimo, come commissario straordinario”. Ma la Regione, che ha decretato anche il “differimento del termine di scadenza dell’incarico attualmente in corso del dottor De Salazar fino al 3 dicembre 2019”, nello stesso decreto di nomina scrive, al contrario, che “è stato consultato il sito della Corte dei Conti nella sezione apposita e non risultano, a carico del dottor Vitaliano De Salazar, sentenze di condanna, anche non definitive, per condotte dolose, sia omissive che commissive”. Intanto è in ritardo di 7 mesi l’annunciata riduzione delle Asl romane. Due delle attuali 6 dovevano scomparire sin dal luglio scorso, ma la Regione non era ancora pronta ed ha così dovuto rinviare il riassetto delle aziende sanitarie, la cui denominazione è passata dalle lettere alle cifre appena 2 anni fa, con conseguente cambio di loghi, insegne, stampati e atti aziendali. Entro quest’anno, però, il taglio dovrà essere necessariamente eseguito e, per almeno metà delle attuali aziende, toccherà nuovamente mettere mano al proprio numero, cambiando per l’ennesima volta loghi, insegne, stampati ed atti. Una nuova spesa che poteva anche essere evitata, considerando che l’ulteriore riduzione delle Asl era già stata programmata dalla Regione prima del 2016, l’anno del passaggio dalle lettere ai numeri (da Asl Rm A ed E a Roma 1, da ex Rm B e C a Roma 2, da Rm D a Roma 3, oltre che le Rm F, G e H rispettivamente in Roma 4, Roma 5 e Roma 6). “Entro il 2017, però, l’Azienda Sanitaria locale 3 dovrebbe confluire in parte nella 1 e in parte nella 2”, annunciò infatti già all’avvio dell’accorpamento del 2016 la Regione. Anche perché la legge regionale già prevedeva “dal 1° luglio 2017 Asl Rm1 e Rm2 per il territorio di Roma Capitale e Asl Rm3 e Asl Rm4 per il restante territorio della Città metropolitana di Roma”, sopprimendo le attuali Asl Rm 5 e Rm 6. Poi, però, la Regione nell’estate scorsa ha deciso di rinviare perché “intende dare attuazione alla legge approvando un nuovo riassetto con quattro Asl per l’intera area metropolitana di Roma rispetto alle 6 attualmente presenti. In merito alle tempistiche indicate dalla Legge regionale, si fa presente che il 2017 rappresenta un anno di transizione su cui costruire un percorso di ulteriore accorpamento che verrà attivato nel 2018”, scrisse la Regione l’estate scorsa. Quindi le predestinate a scomparire parrebbero le aziende Asl Roma 3 (Ostia, divisa tra la Roma 1 e 2) e la Roma 5, destinata alla scissione per la successiva incorporazione di un pezzo con la futura Asl Nord della provincia romana (presumibilmente Civitavecchia) e della parte restante con l’Asl Sud dell’hinterland (l’attuale Roma 6 di Albano Laziale).